Dalla Valsusa alla Siria: "Eddi", l'italiana che combatte con le soldatesse curde
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Dalla Valsusa alla Siria: "Eddi", l'italiana che combatte con le soldatesse curde

La donna scrive per far sapere di essersi unita all'esercito femminile Ypj contro l'Isis come "foreign fighter": "La Siria del nord oggi è libera, le donne sono l'avanguardia"

Ypj, soldatesse curde
Ypj, soldatesse curde
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28 Novembre 2017 - 10.15


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Un’italiana “Foreign Fighter” contro l’Isis insieme alle soldatesse curde nella Siria settentrionale. “Eddi” ha proclamato e resa pubblica la sua adesione con una lettera pubblicata da Infoauto, portale a cui si riferiscono gruppi dell’autonomia.

La donna risulta alle cronache perché nel luglio 2016 la Procura di Torino la accusò di aggressione e resistenza a pubblico ufficiale negli incidenti in Valsusa il 28 giugno 2015 e ottenne il mandato d’arresto. La donna non si trovava e il regista Paolo Virzì, che l’aveva avuta come comparsa nel film del 2003 “Caterina va in città”, scrisse un appello affinché si presentasse e si facesse viva. Nell’ottobre 2016 “Eddi” si presentò di sua spontanea volontà alla questura a Torino e finì ai domiciliari. Finita la pena, la donna partì per nell’esercito femminile del Ypj.

Eddi scrive “dalla Siria del nord, un luogo che, seppur martoriato da anni di dittature e guerra civile, è oggi una terra libera grazie all’enorme sacrificio di tante e tanti. Una terra libera e di libertà soprattutto per le donne, che sono l’avanguardia di questa rivoluzione. Le Ypj sono un corpo militare che ha saputo riportare straordinarie vittorie sul campo di battaglia, hanno liberato migliaia di persone dall’orrore dell’Isis, le proteggono dal regime siriano, non hanno mai arretrato di fronte agli attacchi di uno stato fascista e patriarcale armato di arsenali come la Turchia. Sono anzitutto un’organizzazione rivoluzionaria che incarna e sviluppa un cambiamento profondo, sociale, politico e culturale”.

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“Il ruolo delle donne nella società è centrale ma schiacciato da millenni di patriarcato – scrive ancora -. Se si vuole una società libera bisogna che le donne siano libere. Che siano in grado di proteggere se stesse e le persone che amano. Ovunque siamo, la nostra forza sta nell’organizzare la nostra rabbia, la nostra voglia di cambiamento e uguaglianza. Ovunque c’è violenza, c’è un modo di difendersi, insieme”.

Per la giustizia “Eddi” non dovrebbe rischiare nulla quando tornerà in Italia: è vietato combattere all’estero, ma un decreto antiterrorismo nel febbraio 2015 ammette una deroga per chi combatte senza scopi terroristici contro l’Isis.

Nella Siria sotto il controllo curdo molte donne sono sul fronte. A ovest, nella zona di Aleppo, combattono estremisti islamici, esercito turco e curdi. Nella Siria del nord i combattimenti sono più duri.

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