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Non ci sarà nessuna “marcia indietro” da parte di Erdogan riguardo l’offensiva della Turchia in Siria: lo ha affermato lo stesso presidente, citato dai media locali. Sabato scorso, Erdogan aveva annunciato l’avvio dell’operazione contro i curdi di Afrin, in mano al Ypg, considerati terroristi da Ankara,
Dopo Afrin, ha detto sabato il leader turco, “sarà la volta di Manbij”. “La questione di Afrin sarà sistemata – ha detto il presidente – ne abbiamo parlato con i nostri amici russi, abbiamo un accordo”. Erdogan ha aggiunto che la Turchia farà ad Afrin come a Jarablus, al-Rai e al-Bab e che i siriani “potranno tornare nelle proprie case” dopo la fine dell’operazione. Stamani il Cremlino ha confermato di essere in contatto con Damasco e Ankara riguardo l’operazione. Sabato, come riferito dai media russi, le truppe russe hanno iniziato a ritirarsi da Afrin.
Il politologo: la Russia ha ottenuto qualcosa in cambio del via libera
Nel caso dell’offensiva turca in territorio siriano contro le milizie curde dell’Unità di protezione del popolo (Ypg), il peso massimo tra i politologi russi, Fyodor Lukyanov, ha sottolineato come la Turchia in questo momento si stia muovendo in un territorio “limitato”, “più limitato di quanto possa apparire” e soprattutto in “uno spazio aereo sotto controllo della Russia”. Va da sè dunque, secondo il politologo, che prima dell’attacco ci siano stati accordi non ufficiali tra Mosca ed Ankara, benchè al momento “la Russia taccia”. E con tutta probabilità Mosca ha ottenuto qualcosa in cambio. Ieri gli Stati Uniti hanno invitato la Turchia a dare “prova di moderazione”, ma il capo del Pentagono, Jim Mattis, ha definito “legittimi” i timori di Ankara per la propria sicurezza, aggiungendo che Washington era stata avvertita dell’avvio delle operazioni. La Francia ha invece chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, che si terrà oggi a porte chiuse. Secondo il premier turco, Binali Yildirim, l’operazione punta a creare una “zona di sicurezza” di circa 30 chilometri a partire dal confine. I media ufficiali turchi hanno detto ieri che le forze di Ankara sono penetrate di cinque chilometri in Siria. L’operazione sarà “limitata e di breve durata”, ha detto oggi il vicepremier turco Mehmet Simsek.