Che fine ha fatto Asma al-Assad, 'la signora che fa shopping mentre il suo popolo muore'?
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Che fine ha fatto Asma al-Assad, 'la signora che fa shopping mentre il suo popolo muore'?

First lady siriana dal 2000, Asma Assad è nata a Londra nel 1975, in una famiglia di religione sunnita proveniente da Homs. Il padre era cardiologo, la madre lavorava all'ambasciata siriana di Londra.

Asma al-Assad
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16 Aprile 2018 - 12.21


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Alta, sottile, emancipata, per molti Asma al-Assad, la moglie del presidente siriano, non è altro che una donna spietata. ‘La first lady del diavolo’, ‘la donna del macellaio’, tuona la stampa d’Oltremanica, dipingendola più con i panni di lady Inferno che con quelli di dama devota alla patria, terra martoriata da 7 anni di guerra civile.

Fedele al paese e alla famiglia, la signora Assad ha sempre preferito restare accanto a marito e figli, senza mai abbandonare Damasco, anche nel pieno della guerra. “Sono qui dall’inizio e non ho mai pensato di andarmene” ha confessato due anni fa in un’intervista tv rompendo il silenzio e ammettendo di aver rifiutato diverse offerte di asilo per lasciare il suo paese. First lady siriana dal 2000, Asma Assad è nata a Londra nel 1975, in una famiglia di religione sunnita proveniente da Homs. Il padre era cardiologo, la madre lavorava all’ambasciata siriana di Londra. Nota come ‘Emma’ tra i compagni di scuola e di università, Asma incontra il futuro marito, figlio dell’allora presidente Hafiz, tra il 1992 e il 1994, quando Assad studia oftalmologia a Londra.

Alla morte di Basil, fratello maggiore di Assad, considerato da tutti l’erede designato del padre, Bashar torna in Siria per essere addestrato al ruolo di presidente. Nel frattempo Asma si laurea in informatica e studia letteratura francese. Inizia a lavorare presso la sede londinese della Deutsche Bank come analista nel ramo vendita e acquisto degli hedge fund, si occupa dei clienti nell’Estremo Oriente e in Europa. Passa quindi alla J.P. Morgan, dove lavora fino al matrimonio nel 2000. Allora Assad ha 35 anni, lei 25.

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Asma torna a vivere in Siria con il marito e da subito si distingue dalle precedenti first lady siriane. Si occupa in prima persona di numerosi eventi benefici e culturali, tiene un profilo alto, alterna la politica all’arte della diplomazia senza tralasciare temi come l’educazione femminile. Istituisce fondazioni, promuove iniziative per i bambini. Amata e ammirata, la sua immagine glamour unita al sorriso e ai modi gentili fa il giro del mondo e le vale l’appellativo di ‘Rosa del deserto’, da parte di ‘Vogue’ che in un controverso profilo la definisce “glamour, giovane e molto elegante, la più fresca e magnetica delle first lady”. Per il magazine statunitense Asma è una donna impegnata a “cambiare la mentalità” dei giovani del suo paese e a spingerli verso una “cittadinanza attiva”. Ma dopo che Asma prende apertamente posizione a favore del marito e del regime, Vogue decide di rimuovere il lusinghiero profilo dal suo sito web. E’ l’inizio della caduta in disgrazia.

Dopo aver accumulato diverse copertine sulle riviste patinate, presto al suo nome sono associati i poco lodevoli appellativi di Maria Antonietta di Siria o Imelda Marcos mediorientale. La sua immagine di donna affascinante e moglie devota inizia lentamente ad offuscarsi. E con lo scoppio della Guerra civile siriana, subisce un duro colpo. E’ l’inizio della parabola discendente di lady Assad. Asma si trasforma in regina cattiva, forse vittima del sistema: firma da sola la propria condanna.

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Mentre il suo Paese viene massacrato dalle bombe, lady Assad appare più interessata al lusso e allo shopping. Asma spende e spande per spese d’arredamento e gioielli. Candelabri, tappeti, lampade da migliaia di sterline, rivelano nel 2012 alcune mail di Wikileaks, mentre l’Onu conta nel paese migliaia di vittime. Dai carteggi esce il ritratto di una donna avida e malata di shopping al punto da non saper resistere a un paio di scarpe incrostate di cristalli da oltre 6mila dollari mentre ormai da più di un anno in Siria scorrono fiumi di sangue.

Attiva sui social, dove pubblica spesso fotografie con il marito o mentre partecipa a eventi pubblici, raramente Asma Assad rilascia interviste. Dopo un silenzio durato anni, nel 2016 è riapparsa in tv. Sobria, capelli in ordine e con un perfetto accento inglese Asma ha ammesso: “Sì, mi è stata offerta l’opportunità di lasciare la Siria o piuttosto di fuggire dalla Siria”, ma “non ho mai pensato di essere altrove”. Asma ha definito queste offerte “un tentativo deliberato di minare la fiducia della popolazione nel suo presidente”, senza precisare chi le avesse avanzato la proposta.

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Per via delle sanzioni dell’Ue, la bella e crudele Asma non può più entrare in alcuno Stato dell’Unione Europea, ad eccezione della Gran Bretagna, Paese del quale ha la cittadinanza. L’anno scorso il Partito liberal democratico britannico, ha chiesto che venisse privata della nazionalità britannica. Per il responsabile Esteri del partito, Tom Brake, Asma Assad, si è spesa come portavoce del regime di Damasco, accusato di crimini di guerra per l’uso di armi chimiche e per gli attacchi indiscriminati contro i civili. Già prima delle sanzioni Ue, la signora Assad ricorreva ad alias e all’aiuto di amici per gli acquisti in Europa. Ora però il vento è cambiato. I tempi in cui Asma riusciva ad attirare l’ammirazione e la stima internazionale sono ormai un ricordo lontano.

 
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