La ricetta incostituzionale di Trump contro i clandestini: ignorare i tribunali
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La ricetta incostituzionale di Trump contro i clandestini: ignorare i tribunali

I sostenitori dei diritti civili insorgono e si appellano ai membri del Congresso: non sostenete una proposta incostituzionale

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25 Giugno 2018 - 08.40


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Espulsioni immediate, senza giudici né processi per gli immigrati irregolari. Nella ‘guerra’ ai migranti irregolari che arrivano senza documenti alla frontiera con il Messico, il presidente Usa, Donald Trump, sfodera un’altra idea. “Non possiamo permettere che ci invadano”, ha spiegato su Twitter. “Non possiamo permettere a queste persone di invadere il nostro Paese. Quando qualcuno arriva, dobbiamo immediatamente, senza giudici o passaggi giudiziari, rimandarli da dove sono venuti”.

“Il nostro sistema è una presa in giro di una buona politica per l’immigrazione, della legge e dell’ordine. La maggior parte dei bambini (che arrivano) sono senza genitori. La nostra politica di immigrazione, che tutti irridono, è molto ingiusta nei confronti di tutti coloro che hanno affrontato il sistema in maniera legale e hanno atteso anni on line!”.

Le parole di Trump sono un ulteriore passo nella politica dell’amministrazione sempre più dura nei confronti dell’immigrazione irregolare.Negli Stati Uniti, quando gli immigrati sono fermati per il loro status legale hanno diritto a comparire davanti a un magistrato, che decide se devono essere espulsi o, al contrario, possono rimanere nel Paese, perché hanno il diritto di presentare una domanda di asilo.

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In realtà, nel 2004 il governo Bush stabilì che possono essere espulsi quelli che sono arrivati illegalmente in Usa negli ultimi 14 giorni e che, al momento dell’arresto si trovano a 100 miglia, 160 chilometri, dalla frontiera. La norma può essere applicata a messicani e canadesi e all’inizio del suo mandato Trump tentò senza successo di estenderla ai centroamericani.

Poco dopo il tweet di Trump, l’Unione per le Libertà Civili in America, uno dei principali gruppi statunitensi a difesa dei diritti cibili, ha diffuso un comunicato per denunciare l’illegalitò della proposta e chiedere ai membri del Congresso di esprimersi contro: “Quel che propone Trump è illegale e incostituzionale. Chiunque abbia giurato di difendere la Costituzione e le leggi debbono rifiutarlo inequivocabilmente”, ha detto Omar Jadwat, direttore del progetto per difendere i migranti.

Negli ultimi giorni, Trump ha evocato posizioni sempre più dure in materia di immigrazione clandestina, probabilmente nel tentativo di allontanare l’attenzione mediatica dalle famiglie separate alla frontiera. Stavolta sembra voler giustificare la politica di ‘zero tolerance’, che porta a processare penalmente gli adulti che arrivano senza documenti nel Paese, cosa che prima non si faceva e che ha originato la separazione dei bambini dai genitori quando questi ultimi vengono fermati.

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Di fronte alle forti critiche suscitate dalla sua politica, mercoledì il presidente ha firmato un decreto che ordina la fine della separazione delle famiglie, ma in cui si stabilisce che ora i minori dovranno essere reclusi con i genitori mentre questi aspettano il processo. Attualmente i minori in Usa non possono essere privati della liberta per più di venti giorni, ma il governo di Trump ha chiesto alla giustizia di ampliare questo limite. Ora, per aiutare il presidente, un gruppo di repubblicani sta preparando una legge che dovrebbe superare il limite di 20 giorni e che potrebbe essere votata la settimana prossima.

La prossima settimana, la Camera dei Rappresentanti dovrebbe anche votare su un’iniziativa di carattere più moderato, il cosiddetto ‘Compromesso’, che stanzia 25 miliardi di dollari per il Muro alla frontiera, in cambio dell’accesso alla cittadinanza per coloro che sono arrivati senza documenti negli Usa da bambini, i cosiddetti ‘dreamers’. Intanto il governo ha avviato il processo per riunificare i minori separati dai genitori. Finora le autorità hanno riunito alle loro famiglia circa 522 bambini migranti, ma 2.053 rimangono ancora rinchiusi e lontani dai loro genitori.

 
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