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Un intero popolo rischia di scomparire. Si tratta della tribù amazzonica di Yanomami, isolata al confine tra Brasile e Venezuela, colpita da una forma morbillo probabilmente contratta con qualche contatto con gli occidentali. Questo popolo è infatti costantemente minacciato dai minatori illegali che continuano a devastare la foresta.
I “garimpeiros” continuano infatti ad abbattere alberi, creare strade non autorizzate per i loro mezzi e inquinare le acque dei fiumi con mercurio. Ma soprattutto portano malattie, come malaria o morbillo, creando crisi sanitarie fra i 22mila indigeni Yanomami di quell’area dell’Amazzonia.
“Se non saranno adottate al piu ù presto misure d’emergenza, potrebbero morire centinaia di indigeni”, è l’allarme lanciato da Survival international. La comunità Yanomami in cui è esplosa la malattia è tra le più isolate dell’Amazzonia.
Sul fronte brasiliano, almeno 23 indigeni si sono recati in ospedale ma la maggior parte degli ammalati non è raggiunta dall’assistenza medica. In passato le epidemie hanno ucciso il 20% degli Yanomami in Brasile.
Sul fronte venezuelano Survival International fa appello alle autorità del Paese affinché forniscano assistenza medica immediata a queste comunità remote. “Quando i popoli indigeni vengono contagiati da malattie comuni come morbillo o influenza, che non hanno mai conosciuto prima, sono in molti a morire. Intere popolazioni possono essere spazzate via”, ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Queste tribù sono i popoli piu’ vulnerabili del pianeta. L’assistenza medica urgente è la sola cosa che può salvare queste comunità dalla distruzione”, ha aggiunto.