Assalto russo-fascista a Mattarella: indaga il pool antiterrorismo
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Assalto russo-fascista a Mattarella: indaga il pool antiterrorismo

La procura di Roma ha aperto un fascicolo: verifiche sui troll e gli haters manovrati da Mosca in combutta con i populisti nostrani

Indagini sull'attacco dei troll russi a Mattarella
Indagini sull'attacco dei troll russi a Mattarella
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4 Agosto 2018 - 12.25


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Molte cose strano chiare. Ma da un punto di vista politico (e no giudiziario) molti avvenimenti sono sotto gli occhi di tutti: sul web c’è stato e c’è un vero e proprio assalto di account e siti filo-Putin che portano avanti un’operazione di influenza e, in alcuni casi, di vera e propria disinformazione per veicolare le più bieche posizioni razziste contro i migranti, delegittimare l’Unione Europea e sostenere le posizioni dei sedicenti populisti, in primi la Lega di Salvini e in seconda battuta i grillini. Ossia movimenti dalla pancia euroscettica (e la Russia lavora per l’implosione della Ue) e che sono sedotti più o meno dichiaratamente dall’uomo forte di Mosca, diventato il ‘faro’ dell’estrema destra europea.
Adesso sarà formalmente aperto dalla Procura di Roma, nei primi giorni della prossima settimana, un fascicolo d’indagine in relazione ai presunti attacchi web al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dietro i quali si sospetta possa esserci l’azione di troll russi. L’indagine sarà affidata al pool di magistrati che si occupa dell’antiterrorismo. A piazzale Clodio è attesa un’informativa della polizia postale. 
Nella notte tra il 27 e il 28 maggio, dopo la bocciatura di Sergio Mattarella a Paolo Savona come ministro dell’Economia nel governo Lega-M5s, spuntarono d’improvviso circa 400 nuovi profili Twitter, riconducibili a un’unica origine. E da lì sembra partire l’attacco hacker al Colle con l’hashtag #Mattarelladimettiti.
L’ipotesi di ingerenze estere nella vita politica italiana non ha finora portato a riscontri effettivi di collegamento con l’Internet Research Agency, l’Ira, la cosiddetta fabbrica di troll russi di San Pietroburgo sospettata di essere stata la regia di disturbo della campagna elettorale presidenziale americana.
Investigatori e 007 italiani che indagano sulla vicenda di Mattarella, in stretta collaborazione con i colleghi statunitensi, sospettano che questi anonimi soggetti che sui social media lanciano messaggi virali siano gli stessi che parteciparono alla campagna del referendum costituzionale del 2016. Si tratterebbe di programmatori e debunker professionisti, finora inafferrabili.
Otto account italiani nel mirinoPer i ricercatori Usa Darren Linvill e Patrick Warren, che nella loro inchiesta per la Clemson University hanno diffuso i tweet del Russiagate, sarebbero 8 gli account italiani diretti da una regia russa e autori di migliaia di messaggi diffusi ovunque via Vpn.
Otto gli utenti sospetti, dunque, – @AnnaromanO, @1Lorenafava1, @Gattisilgatti, @Vittoreguidi, @Frannervia, @Rossirossivin, @Sergio_Maestri, @Giovanna_Moret -, già disattivati da Twitter, che avrebbero generato dall’Italia 12.610 cinguettii, per la maggior parte retweet, per intervenire, secondo l’accusa che arriva dagli Stati Uniti, nella politica del Belpaese. Un sistema di scatole digitali, si aggiunge, che portano in Russia.
Dopo la procura di Palermo indaga anche RomaDopo gli attacchi e gli insulti via social diretti al Presidente della Repubblica, nei giorni della formazione del governo Lega-M5s, la procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati tre persone con l’accusa di attentato alla libertà del capo dello Stato. Anche la procura di Roma osa si muove e apre un’inchiesta.

Leggi anche:  Hacker e spionaggio: nel mirino anche la mail del presidente Sergio Mattarella
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