Secondo quanto riferisce il Daily Mirror Charlie Rowley, cittadino britannico che il 30 giugno scorso è rimasto avvelenato dall’agente nervino Novichok insieme alla compagna, Dawn Sturgess, che invece è morta. Il Mirror riporta a sua volta le dichiarazioni del fratello Matthew.
Charlie è ricoverato a Salisbury con una sospetta meningite, forse causata dalla letale tossina, lo stessa con cui furono avvelenati l’ex spia russa Serghiei Skripal e la figlia Yulia.
Charlie e la compagna erano rimasti avvelenati a causa del ritrovamento in un parco di una bottiglia, che la donna scambiò per una bottiglia di profumo intatta. La portò a casa e si spruzzò addosso il contenuto, svenendo pochi minuti dopo. Charlie entrò in coma e ci rimase per dieci giorni, ma si svegliò e all’epoca la sua guarigione fu chiamata “miracolosa”. Ora sorge il dubbio che sia stato dimesso troppo presto.
Le indagini del governo britannico sono in corso e la natura dell’agente nervino, prodotto sicuramente in Russia, indica quasi senza dubbio un coinvolgimento dei servizi d’intelligence di Vladimir Putin, che però nega qualsiasi responsabilità del suo paese.