“Osserveremo e riferiremo. Offriremo aiuto in ogni modo possibile”. Non solo migliaia di soldati. Anche centinaia di civili armati, rispondendo alla chiamata alle armi di Donald Trump, puntano verso il confine meridionale, dove è atteso l’arrivo della carovana di migranti in viaggio attualmente in Messico.
“Abbiamo dimostrato il nostro valore in passato, lo faremo di nuovo”, dice Shannon McGauley, cacciatore di taglie dell’area di Dallas e presidente dei Texas Minutemen che si preparano ad arrivare nella zona del Rio Grande. I continui messaggi di Trump, con ripetuti riferimenti ad un”’invasione” di ”criminali” e ”mediorientali sconosciuti”, hanno trovato terreno fertile nel variegato universo delle ‘militias’.
I Texas Minutemen, pronti a mobilitare un centinaio di persone. rappresentano solo una porzione ridotta di un panorama ampio e variegato. “Non posso dare numeri precisi – dice McGauley – ma il mio telefono non smette di squillare da una settimana. Ci sono altre organizzazioni, mariti e mogli. Gente che arriva dall’Oregon, dall’Indiana. Abbiamo anche persone che vengono dal Canada”.
Inutile chiedere se l’equipaggiamento comprenda anche le armi: “Qui siamo in Texas…”. La presenza di civili armati, dotati anche di equipaggiamenti hi-tech e droni, rischia di complicare le operazioni di soldati, poliziotti e agenti della Border Patrol. Secondo documenti militari ottenuti dal Newsweek, l’esercito è preoccupato per l’arrivo di “membri di milizie irregolari che si schiereranno al confine per un presunto sostegno” alle attività ufficiali.
E’ probabile che, nei prossimi giorni, si presentino 200 ‘vigilantes’. Ai membri della Guardia Nazionale sono stati impartiti ordini precisi: attenzione alle armi e alle attrezzature, qualche civile potrebbe provare a rubarle.
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