Diciannove corpi, ammassati in una fossa comune, uccisi nel 1936 dai fucili al servizio di Franco: la Spagna inorridisce di fronte al ricordo di una dittatura sanguinaria terminata troppo tardi e che adesso sta cercando in tutti i modi di relegare al passato, chiudendo i conti con quei nostalgici che, come in tutto il mondo, avvelenano le democrazie con i loro desideri di tornare a quei tempi bui, gonfi di morte e di paura.
Una delle prime misure che sta venendo adottata dal governo di Sanchez, per esempio, è la riesumazione del corpo del dittatore e la distruzione della Valle de Los Caidos, il mausoleo che richiama ogni anno centinaia di fascisti, come la Predappio nostrana. Soluzioni che andrebbero adottate anche da noi, dove i conti con il passato non li abbiamo mai fatti ma anzi, abbiamo sempre chiuso un occhio se non entrambi davanti alle pericolose derive fasciste che, a forza di ammiccamenti, sono arrivate a un passo dal Governo.