Juan Guaidò ringrazia Salvini per il sostegno, ma il M5s frena e fa l'equilibrista
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Juan Guaidò ringrazia Salvini per il sostegno, ma il M5s frena e fa l'equilibrista

Il presidente autoproclamatosi ha risposto a tutti i tweet di sostegno venuti da leader mondiali. Mentre Moavero fa l'equilibrista come Conte

Juan Guaidò
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25 Gennaio 2019 - 09.13


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L’Italia è spaccata sul Venezuela. Il m5s si trincea dietro il politichese, con Giuseppe Conte ed Enzo Moavero che fanno gli equilibristi della diplomazia.
Ma a prendere una posizione è stato Matteo Salvini, che si è espresso contro la presidenza chavista di Nicolas Maduro. A ringraziarlo per questo è Juan Guaidò, presidente del Parlamento del Venezuela e autoproclamato presidente ad interim della Repubblica bolivariana, via Twitter: “Apprezziamo il riconoscimento della volontà di tutto il popolo venezuelano, che continuerà a parlare pacificamente per le strade” scrive, ritwittando il sostegno al popolo venezuelano e contro “il regime di Nicolas Maduro” espresso sul social dal vicepremier leghista. Nel corso della giornata Guaidò ha risposto a tutti i tweet di sostegno venuti da leader e ministri di diversi Paesi.

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero, che interverrà in Parlamento sulla crisi venezuelana solo la prossima settimana, rilascia un’intervista alla Stampa in cui segue la linea del premier Giuseppe Conte. L’Italia non prende posizione, il ministro esprime preoccupazione per le notizie che arrivano da Caracas e prende l’impegno “affinché nei tempi più rapidi inizi un percorso di democrazia. In ossequio alla volontà del popolo”. Una posizione di neutralità, frutto anche delle diverse convinzioni della maggioranza che sostiene il Governo.

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Intanto Juan Guaidò prova a rompere l’impasse interna tendendo una mano al suo rivale. Ha detto infatti di essere disposto a concedere un’amnistia “a tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l’ordine istituzionale”, compreso lo stesso Nicolas Maduro.

Nella prima intervista dopo la sua autoproclamazione – che ha scatenato una crisi internazionale, spaccando in due la comunità globale e la stessa Europa – Guaidò ha detto che “sono già avvenute cose di questo tipo nei periodi di transizione”. “E’ successo in Cile, è successo nella stessa Venezuela, nel 1958”, in riferimento alle transizioni democratiche che hanno posto fine alle dittature di Augusto Pinochet e Marcos Perez Jimenez, aggiungendo che “non possiamo scartare nessuna possibilità, ma bisogna procedere verso il futuro con fermezza”. “Questa amnistia è sul tavolo, come una garanzia per tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l’ordine istituzionale”, ha sottolineato Guaidò.

Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha detto che per lui la situazione in Venezuela dovrebbe svolgersi in tre fasi: la “fine dell’usurpazione”, cioè della presidenza Maduro, una fase di transizione, ed elezioni libere e trasparenti, il tutto accompagnato da una attenzione immediata all’emergenza umanitaria nel paese. “Fratelli e sorelle, abbiamo fatto passi importanti, quello che serve per arrivare ad un governo di transizione e a libere elezioni” ha scritto via Twitter. “Ricordate sempre, se resistiamo e insistiamo la lotta sarà valsa la pena”, ha aggiunto Guaidò, esortando a non demordere mentre si teme la violenta repressione da parte di Maduro che continua ad avere l’esercito dalla sua parte. Dall’inizio della settimana sono 26 i morti negli scontri.

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