La Camera dei Comuni si appresta a vivere oggi un’altra giornata campale, dopo aver votato la scorsa settimana per “prendere il controllo” dell’iter della Brexit dalle mani del governo. I deputati sono chiamati ad esprimersi con una serie di “voti indicativi” sul processo di uscita dall’Unione europea, anche se Theresa May ha anticipato che non intende accettare passivamente le indicazioni del Parlamento. L’eventuale ‘Piano B’ che scaturirà dal voto dei Comuni sarà accettato solo se coerente con le indicazioni del referendum del 2016 e con la linea del governo.
La premier, prima del dibattito che precederà le votazioni, ha in programma un incontro con il 1922 Committee, il gruppo parlamentare dei Conservatori. Secondo le indiscrezioni della stampa britannica, May potrebbe offrire ai deputati Tories la data delle sue dimissioni, in cambio del sostegno (che finora è mancato) al suo accordo per la Brexit. Sarà probabilmente dall’esito di questo incontro che si capirà se il governo chiederà un nuovo “voto significativo” sull’accordo, dopo le due precedenti bocciature.
Se da un lato i conservatori euroscettici dell’European Research Group, guidati da Jacob Rees-Mogg, di fronte alla prospettiva di un lungo rinvio della Brexit potrebbero decidersi a votare a favore dell’accordo May, dall’altro, gli alleati nordirlandesi del Democratic Unionist Party sembrano essersi sfilati definitivamente dalla maggioranza. I vertici del partito ieri hanno dichiarato che un rinvio della Brexit è preferibile all’attuale accordo, a meno che dal testo non venga eliminata la controversa clausola del ‘backstop’ sul confine irlandese.
Comunque vada l’incontro tra la premier May e il suo gruppo parlamentare, protagonista della giornata sarà lo speaker dei Comuni, John Bercow. Spetterà a lui selezionare tra le varie proposte per la Brexit presentate dai gruppi parlamentari e dai singoli deputati, quelle da sottoporre al voto dell’aula. Secondo le anticipazioni, il ventaglio è molto ampio. Si va dalla cancellazione stessa della Brexit, all’opzione ‘hard’, con un’uscita dalla Ue senza accordo.
Le opzioni selezionate da Bercow verranno stampate su delle schede e i deputati, a partire circa dalle 20 (ora italiana) dovranno indicare con uno “yes” o un “no” accanto a ciascuna opzione le loro scelte. Lo speaker annuncerà in tarda serata i risultati. Non è ancora chiaro se il governo intende lasciare libertà di voto ai deputati Tories e se il Labour intenda fare altrettanto con i propri parlamentari. E’ probabile che le votazioni “indicative” proseguano anche lunedì prossimo, nel tentativo di individuare un’opzione per la Brexit in grado di raccogliere la maggioranza dei voti dei Comuni.
Secondo il nuovo calendario fissato dalla Ue, il governo britannico ha tempo fino al 12 aprile per presentare una nuova proposta, se non riuscirà a fare approvare dal Parlamento il testo dell’attuale accordo. Nel frattempo, il governo non ha ancora sottoposto al voto dei Comuni l’emendamento necessario a rinviare la Brexit oltre la data fissata per legge del 29 marzo. L’esecutivo ha però assicurato che anche se il provvedimento non dovesse essere approvato entro la mezzanotte di venerdì, prevarrebbe sulla legislazione nazionale quella europea, che ha spostato la data al 12 aprile.