Le prime proiezioni (con il 31% delle schede scrutinate) confermano i risultati degli exit poll delle elezioni in Ucraina: si dovrebbe così andare al ballottaggio il 21 aprile fra l’attore comico Volodymyr Zelensky, che è in testa con il 30,1% dei voti, e il presidente uscente Petro Poroshenko, che si attesta al 16,7%. Terza (e quindi fuori dal secondo turno) l’ex premier Yulia Tymoshenko (13,2%), che contesta i dati.
Per la conferma ufficiale dei risultati la legge dà 10 giorni di tempo, quindi fino al 10 aprile. “Ma speriamo che questa volta ci voglia meno tempo”, ha sottolineato la direttrice della Commissione Natalia Bernatska. Ora il passaggio più delicato è superare lo scoglio delle (probabili) recriminazioni da parte degli esclusi, Timoshenko in testa. La Commissione ha già detto che di violazioni ce ne sono state, ma non gravi, quasi “fisiologiche”.
Tra gli incidenti documentati, come riporta Unian, vi è ad esempio il seggio a Kiev, dove le penne distribuite avevano l’inchiostro cancellabile o il caso di Puznyakovtsy, vicino a Mukachevo, nella regione della Transcarpazia, dove l’intero villaggio ha votato senza mostrare i documenti perché, a quanto pare, tutti gliscrutatori erano ubriachi e si sono giustificati dicendo che tanto “conoscono tutti gli abitanti di vista”.
Più seria l’accusa degli attivisti del gruppo per i diritti umani Uspishna Warta, che hanno dichiarato di aver pizzicato alcuni osservatori di Poroshenko – come a Zaporozhye – a distribuire denaro in cambio di voti. Poroshenko ha già detto che “non vi sono informazioni valide per gettare dubbi sui risultati” ma Timoshenko ha promesso battaglia, assicurando attraverso il suo team che la conta “darà risultati diversi” e che al ballottaggio ci andrà proprio lei, la leader del partito a tinte populiste Patria.
Chi, per il momento, dormirà sonni senz’altro tranquilli è invece Zelensky. A quindici minuti dalla chiusura dei seggi giocava infatti a ping-pong (circondato dalle telecamere) nella sede del suo comitato elettorale dalla bella patina hipster, con un bar zeppo di bicchieri di spumante e luci al neon, a metà tra un ufficio di Google e un disco-pub. “Sono felice ma questo non è ancora il risultato finale”, ha commentato a caldo il comico aspirante presidente.