La Brexit con il No deal il 12 aprile è sempre più probabile
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La Brexit con il No deal il 12 aprile è sempre più probabile

La premier inglese Theresa May chiede aiuto ai laburisti per sbloccare l'impasse sulla Brexit ed evitare così lo scenario catastrofico di un'uscita 'hard' dall'Unione Europea.

Brexit, Londra può tornare indietro: il Regno Unito libero di revocare l'intenzione di ritirarsi dall'Ue
Brexit, Londra può tornare indietro: il Regno Unito libero di revocare l'intenzione di ritirarsi dall'Ue
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3 Aprile 2019 - 09.50


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“Credo che il no deal il 12 aprile a mezzanotte sia diventata un’ipotesi sempre più verosimile: non quella che io auspico ma abbiamo fatto in modo che l’Ue possa essere pronta”. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sottolineando che “dopo quella data rischiamo di mettere a repentaglio il buon svolgimento delle elezioni europee e di minacciare il buon funzionamento dell’Ue”.
Da un lato la richiesta di un nuovo rinvio. Dall’altro la mano tesa al leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn.
La premier inglese Theresa May chiede aiuto ai laburisti per sbloccare l’impasse sulla Brexit ed evitare così lo scenario catastrofico di un’uscita ‘hard’ dall’Unione Europea. Dopo oltre sette ore di riunione con i suoi ministri, la premier britannica ha sottolineato che la soluzione migliore è “uscire con un accordo”. Quindi ha chiesto un’ulteriore proroga dell’articolo 50, sottolineando che si tratta di un dibattito che “non può durare ancora a lungo”.

May si è detta certa del fatto che il ‘no deal’ potrà essere trasformato a lungo termine, “in un successo”. Tuttavia, ha ripetuto, “uscire con un accordo è la soluzione migliore”. Lunedì Westminster ha bocciato ogni alternativa al suo piano. Tanto che il referente sulla Brexit del Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, ha evocato lo spettro della ‘Hard Brexit’, un’uscita ‘dura’ della Gran Bretagna dall’Unione europea.

Dopo la riunione fiume, May ha lanciato un appello al leader dell’opposizione Jeremy Corbyn per avviare un dialogo che porti alla definizione di una strategia condivisa per arrivare alla Brexit evitando il ‘no deal’. I due si sederanno a un tavolo per provare a trovare un piano di uscita dalle Ue che possa essere approvato dal Parlamento inglese. May ha inoltre ricordato che “ogni piano dovrebbe essere il linea con l’attuale accordo per l’uscita” che “è già stato negoziato con gli altri 27 membri dell’Unione Europea”.

Bruxelles, d’altronde è stata chiara. L’accordo non può essere rinegoziato. “Ciò su cui dobbiamo concentrarci è la nostra futura relazione con l’Ue – ha osservato la premier britannica -. L’esito ideale di questo processo sarebbe quello di concordare un approccio su una relazione futura che si basi sul risultato del referendum”. In questo caso l’obiettivo del primo ministro e del leader dell’opposizione sarebbe quello di presentere l’intesa alla Camera per l’approvazione sottoporla al Consiglio europeo già a partire dalla settimana prossima.

Viceversa, se non dovesse essere raggiunta un’intesa, “potremmo invece” trovarla “su una serie di opzioni per la futura relazione che potremmo sottoporre alla Camera in una serie di voti per determinare quale strada seguire”. Il governo, ha spiegato May, porterebbe avanti la legge per il ritiro dall’Ue. Lo scopo è dettare l’agenda per incardinare questo disegno di legge prima del 22 maggio, “in modo che il Regno Unito non abbia bisogno di prendere parte alle elezioni del Parlamento europeo”.

L’apertura di May è stata ben accolta da Corbyn che si è detto “molto contento” di incontrare la premier. “Non voglio porre alcun limite, in un modo o nell’altro, prima di questi meeting. Riconosciamo che” la premier “abbia fatto una mossa” ha spiegato il leader del Labour. Mentre da Bruxelles, il presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, ha sottolineato che “anche se non sappiamo quale sarà il risultato finale, cerchiamo di essere pazienti”.

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