Oggi ricorrono i 25 anni dal genocidio del Ruanda, un massacro durato tre mesi che ebbe come vittime 800.000 persone di etnia Tutsi e alcuni moderati Hutu.
Il massacro iniziò il 6 aprile del 1994, dopo che il presidente Juvenal Habyarimana e la sua controparte del Burundi Cyprien Ntaryamira, entrambi di etnia Hutu, furono uccisi quando l’aereo su cui viaggiavano venne abbattuto mentre volava sopra la capitale del Ruanda. I terroristi non furono mai identificati. L’omicidio fu la scintilla che spinse le forze governative Hutu ad allearsi con le milizie estremiste per sterminare la minoranza Tutsi.
A migliaia tra uomini, donne e bambini furono sterminati nei modi più atroci e in media vennero uccise circa 10mila persone al giorno. Fu eliminato il 10% di tutta la popolazione rwandese.
Gli scontri terminarono nel luglio del 1944, con l’ingresso nel paese della Rpf, la Rwandan Patriotic Front, una milizia ribelle Tutsi che arrivò dall’Uganda e prese il controllo del paese.
Venticinque anni fa il genocidio Tutsi del Ruanda, il paese ricorda i suoi 800mila morti
Il 6 aprile del 1994 ebbe inizio una pulizia etnica che portò alla morte del 10% della popolazione del Ruanda.
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7 Aprile 2019 - 15.24
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