Avete ancora il coraggio di rispedire in Libia chi fugge da torture e guerre?
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Avete ancora il coraggio di rispedire in Libia chi fugge da torture e guerre?

Se non fosse stato per l'Alan Kurdi i 64 migranti lasciati in mezzo al mare sarebbero affogati o rimandati nella guierra e tra i torturatori. Questa è l'Europa che vogliamo?

Combattimenti in Libia
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globalist Modifica articolo

8 Aprile 2019 - 14.38


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Riassunto delle puntate precedenti: i migranti fuggono dalla Libia, paese nel quale sono stati a lungo sequestrati, torturati, derubate e le donne spesso stuprate.


Un paese nel quale non esiste più uno stato propriamente detto ma un presidente fantoccio messo in piedi dall’Occidente (Sarraj) che controlla nemmeno tutta Tripoli, esiste un generale (Haftar) che spadroneggia in lungo e in largo dalla Cirenaica alla Tripolitania al Fezzan ufficialmente per cacciare i terroristi ma in realtà per prendere il potere. E nel mezzo bande criminali, milizie alleate di questo o di quello, trafficanti e quant’altro.


La domanda da fare al governo reazionario italiano e più in generale all’Europa è: chi fugge da quelle terre va impacchettato e rispedito indietro nelle mani degli aguzzini o nella guerra civile, oppure ha diritto ad un porto sicuro?
E siamo sicuri che la strada giusta sia quella di negare loro i soccorsi, farli annegare, trattenerli settimane in mezzo al mare come sta accadendo per l’Alan Kurdi per fare campagna elettorale sulla pelle dei più indifesi? (M. Vic.)

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