O hard Brexit o No deal. Ossia di male in peggio: fuori dall’Ue il 31 ottobre, con o senz’accordo. È la parola d’ordine con cui Boris Johnson, paladino della Brexit, lancia la sua sfida per il dopo-May alla guida del Partito Conservatore e del governo britannico.
Lo scrive il Telegraph, citandone le prime parole dopo l’annuncio di ieri delle dimissioni della premier attuale. La corsa parte ufficialmente il 7 giugno, ma Boris sembra guadagnare consensi: persino due “colombe” Tory di spicco come Philip Hammond e Amber Rudd non escludono ora di sostenerlo, stando al Telegraph.
Il riferimento dell’ex ministro degli Esteri ed ex sindaco di Londra è al 31 ottobre poiché quella è al momento la scadenza dell’ultima proroga (flessibile) concessa da Bruxelles al Regno Unito sui termini dell’uscita (in teoria previsto per il 29 marzo scorso) in seguito alla mancata ratifica da parte di Westminster di un divorzio concordato.
In teoria, sulla base di quanto già approvato in passato dal Parlamento britannico sulla notifica dell’Articolo 50 e con la legislazione allegata, un futuro governo potrebbe decidere di procedere il 31 ottobre a un’uscita “no deal” senza sottoporsi a un nuovo voto dell’aula. E Johnson, con le sue parole, fa capire d’essere pronto a seguire questa strada se entro quella scadenza non sarà possibile far passare un accordo gradito a tutti.
«Ho parlato con Boris di questo un paio di settimane fa – ha commentato il ministro per la Cooperazione Internazionale, Rory Stewart, uno dei suoi rivali moderati per il dopo May – e mi aveva assicurato di non voler spingere per un no deal. Ma ora sembra essersi espresso proprio per il no deal».
Mozione di sfiducia – L’opposizione laburista britannica è pronta a sfidare immediatamente il governo Tory del successore di Theresa May, chiunque sia, con una mozione di sfiducia alla Camera dei Comuni. Lo ha detto oggi alla Bbc il cancelliere dello Scacchiere ombra, John McDonnell, braccio destro di Jeremy Corbyn.
Metterete ai voti una mozione di sfiducia contro il prossimo primo ministro quando, prevedibilmente a fine luglio, il nuovo governo nascerà, gli è stato chiesto? «Sì – ha detto McDonnell – perché crediamo che in queste circostanze qualunque primo ministro entrante debba presentarsi di fronte al Paese e chiedere un mandato» attraverso elezioni politiche anticipate.
McDonnell ha comunque sottolineato che il partito laburista dovrà ora confrontarsi sulla sua strategia sulla Brexit anche alla luce delle dimissioni annunciate da Theresa May.
Intanto diventa virale l’hashtag “Corbyn by Christmas”, a significare un governo Corbyn entro Natale: sbandierato come un pericolo da Matt Hancock, il ministro e candidato leader Tory che l’ha lanciato, ma come un auspicio dalla base laburista.
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