Certo che non è il massimo per uno che aspira a guidare il governo britannico. Anche se, ultimamente, uno più è volgare o più sopra le righe più ha consenso invece che disapprovazione.
Boris Johnson, il principale aspirante per Downing Street, è stato protagonista d’una litigata in casa con la giovane fidanzata, Carrie Symonds (sotto nella foto) con cui vive da dopo la separazione dalla seconda moglie, fra urla e sfuriate che hanno indotto alcuni vicini a chiamare la polizia.
La vicenda è stata confermata da Scotland Yard, secondo cui non vi sono state violenze né denunce e non c’è stato motivo d’intervenire o aprire alcun fascicolo.
Il Guardian ha peraltro riferito d’aver udito una registrazione di un vicino in cui la voce d’una donna accusa «Boris» di aver versato del vino su un divano, di «non aver cura degli oggetti, né del denaro» altrui e intima: «Stammi lontano, lascia il mio appartamento».
Si sente quindi la voce di Johnson che si rifiuta di uscire e dice di non toccare il suo computer portatile, fra rumori di oggetti caduti e porte sbattute.
«No comment» dallo staff del candidato premier e leader Tory – in corsa con Jeremy Hunt nel ballottaggio finale per la successione a Theresa May – su cui ora si allungano nuovi spunti d’imbarazzo e di polemica caratteriale.
Argomenti: boris johnson