Che Trump fosse un megalomane è ormai cosa nota. Ma stando alle ultime rivelazioni del New York Times, dobbiamo presumere che la Casa Bianca, in questi 3 anni in cui il miliardario è malauguratamente diventato presidente del Paese più potente al mondo, si sia trasformato in una sorta di asilo, pieno di baby sitter attente a impedire al tycoon di fare danni. Non ci sono spesso riusciti, perché Trump è incontenibile: dai tweet lanciati senza alcun filtro, alle palesi menzogne spacciate per verità, siamo sicuri che molti, nello staff interno della Casa Bianca, non vedano letteralmente l’ora che lo Studio Ovale sia occupato da qualcun altro, chiunque altro. E vivono come un incubo l’idea che alle presidenziali del 2020 Trump possa risultare di nuovo vincitore.
L’Ucrainagate sembra essere una bufera che Trump non riuscirà a scansare come ha fatto finora: tanto più che, a quanto rivela il giornale, il presidente disse al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e all’ambasciatore russo in Usa Sergey Kislyak, in un incontro nello studio Ovale nel 2017, che non era preoccupato dalle interferenze di Mosca nelle elezioni americane del 2016 perché gli Stati Uniti hanno fatto lo stesso in altri Paesi. Una dichiarazione di una gravità inaudita, che allarmà alcuni dirigenti della Casa Bianca inducendoli a limitare l’accesso alle dichiarazioni del tycoon ad un ristretto numero di persone. Appunto, come i baby sitter. Lo rivelano tre ex dirigenti Usa.
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