Alla fine l'Ucraina accontenta Trump: 'revisione' dell'inchiesta sul figlio di Biden
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Alla fine l'Ucraina accontenta Trump: 'revisione' dell'inchiesta sul figlio di Biden

L'annuncio nuovo procuratore generale ucraino Ruslan Ryaboskapka: "Non sono stato contattato da alcun avvocato straniero".

Donald Trump e Volodymyr Zelensky
Donald Trump e Volodymyr Zelensky
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4 Ottobre 2019 - 13.11


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Pressing o non pressing della Casa Bianca, alla fine l’Ucraina sembra disposta a fare quello che Trump ha chiesto: il nuovo procuratore generale ucraino Ruslan Ryaboskapka ha annunciato, in una conferenza stampa a Kiev, la “revisione” delle inchieste in cui compare la società del gas Burisma, per cui Hunter Biden è stato consigliere di amministrazione dal 2014 fino ai mesi scorsi, dopo che ieri il presidente americano Donald Trump ha chiesto apertamente all’Ucraina, oltre che alla Cina, l’apertura di una inchiesta sui Biden.
Ryabonshapka ha precisato di “non avere informazioni” a sostegno di illeciti commessi da Hunter Biden, ma di aver deciso di avviare la revisione di un totale di 15 casi in cui compaiono, oltre che il figlio di Joe Biden, anche la società, il suo proprietario, l’oligarca Nikolai Zlochevsky, il suo socio Serhiy Zerchenko.
Il magistrato ha assicurato di non essere stato contattato da alcun avvocato straniero – quindi neanche da Rudolph Giuliani, ndr- in relazione a Burisma. E ha sottolineato che “la procura è estranea ai giochi politici”. Nessun rappresentante straniero o ucraino ha parlato con Biden di questa revisione, ha aggiunto.
L’inchiesta originaria su Burisma, quella aperta dall’allora procuratore generale Viktor Shokin nel 2014, subito dopo la Maidan, finita ben presto in sonno, e archiviata nel 2016, era concentrata sull’operato della società negli anni 2010-2012 (quando il suo proprietario era ministro dell’energia nel governo di Viktor Yanukovich e aveva concesso numerose licenze alla sua stessa società, ndr), prima quindi della nomina di Hunter Biden nel suo consiglio di amministrazione.
Trump ha accusato Joe Biden, allora vice presidente e ora candidato alle primarie del partito democratico, di aver esercitato pressioni su Kiev al tal fine, e quindi per il licenziamento di Shokin (licenziamento chiesto a gran voce, oltre che da Joe Biden, dall’Fmi e da altre istituzioni coinvolte con l’assistenza all’Ucraina dopo la Maidan, ndr). Il Kievgate è incentrato sulle pressioni esercitate dal presidente americano sulla sua controparte ucraina Volodymir Zelensky per l’apertura dell’inchiesta sulla società del gas.
L’ex vice di Shokin, David Sakvarelidze, ha spiegato in una intervista al Washington Post che il caso Burisma era stato chiuso dal successore di Shokin, Yuri Lutsenko, dopo il raggiungimento di un accordo per cui Burisma accettava di vendere gas naturale, a un prezzo cotenuto, a società controllate dall’allora presidente Petro Poroshenko. Una versione confermate da registrazioni effettuate in segreto dall’imprenditore, ora in esilio, Oleksandr Onyshchenko

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