Bolivia, la polizia reprime con le armi una manifestazione pro Morales: otto morti
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Bolivia, la polizia reprime con le armi una manifestazione pro Morales: otto morti

Gli scontri sono avvenuti a Sacaba, vicino Cochabamba. Forte condanna della Cidh: "La polizia non può usare le armi per reprimere il dissenso"

Scontri in Bolivia
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16 Novembre 2019 - 09.28


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Ci sono stati violenti scontri in Bolivia tra la polizia e i manifestanti in favore del presidente dimissionario Evo Morales, costretto a fuggire in Messico dopo che lo scorso 10 novembre le forze armate hanno preso controllo del governo. Otto persone sono rimaste uccise e 75 sono rimaste ferite nella città di Sacaba, vicino Cochabamba. La maggior parte delle vittime sono rimaste vittime di colpi di arma da fuoco. Migliaia di attivisti, in gran parte indigeni, si erano radunati a Sacaba fin dal mattino, manifestando pacificamente
I disordini sono scoppiati quando un folto gruppo di manifestanti ha tentato di attraversare un checkpoint militare vicino a Cochabamba, dove sostenitori e avversari di Morales si sono affrontati per settimane. I media boliviani hanno poi riferito che centinaia di manifestanti hanno sequestrato due sottufficiali della polizia a El Alto. Una delegazione dell’Ombudsman si è messa in viaggio per negoziare la loro liberazione.
Dal Messico Evo Morales ha rivolto un appello a forze armate e polizia affinché “mettano fine al massacro”. In riferimento ai suoi sostenitori uccisi negli scontri, Morales ha dichiarato che “l’uniforme delle istituzioni della Patria non può macchiarsi con il sangue del nostro popolo”. In un altro messaggio, il leader boliviano ha “condannato e denunciato davanti al mondo che il regime golpista che ha preso il potere assaltando la mia amata Bolivia reprime con proiettili delle forze armate e della polizia il popolo che reclama la pacificazione e restaurazione dello stato di diritto”.
La Cidh (Commissione interamericana dei diritti umani) ha condannato “l’uso sproporzionato” della forza di polizia e militari nella repressione delle manifestazioni di Sacaba. “Le armi da fuoco debbono essere escluse dai dispositivi utilizzati per il controllo delle proteste sociali”, ha sottolineato l’organismo umanitario, il quale ha inoltre ribadito che “lo Stato ha l’obbligo di assicurare il diritto alla vita e all’integrità fisica di quanti protestano pacificamente”.

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