Melania indignata per una battuta di un costituzionalista sul figlio Barron
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Melania indignata per una battuta di un costituzionalista sul figlio Barron

La First Lady attacca la prof. Karlan che fa una battuta sul figlio: "Dovrebbe vergognarsi di usare un minore per sostenere sue tesi"

Trump, Melania e Barron
Trump, Melania e Barron
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5 Dicembre 2019 - 08.22


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“Donald Trump deve essere messo in stato di accusa”: non hanno alcun dubbio i tre autorevoli costituzionalisti chiamati a testimoniare dai democratici nella prima, infuocata udienza della commissione Giustizia della Camera, incaricata di proseguire l’indagine di impeachment e di redigere gli articoli da contestare dopo il primo sì della commissione Intelligence, anch’essa controllata dai dem: il rapporto che accusa il presidente di ostruzione della giustizia e abuso di potere per aver “sollecitato l’interferenza di un governo straniero, quello dell’Ucraina, per trarre vantaggio nella sua rielezione”, mettendo così “i suoi interessi politici e personali al di sopra di quelli degli Stati Uniti”. Si tratta delle pressioni su Kiev affinché indagasse sul suo rivale nella corsa alla Casa Bianca Joe Biden e su suo figlio Hunter, che sedeva nel board della società energetica ucraina Burisma quando il padre gestiva la politica Usa in quel Paese. Pressioni alimentate con il blocco degli aiuti militari Usa.

A dissentire è solo il prof. Jonathan Turley, docente della George Washington University Law School, l’unico testimone citato dai repubblicani: ma non tanto per i fatti, meritevoli a suo avviso di essere indagati, quanto per la brevità di un processo “sgangherato” e l’incompletezza delle prove, col rischio di creare un precedente pericoloso per i futuri presidenti.

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Un passaggio della seduta è stato criticato duramente dalla Casa BIanca e da Melania Trump. Per la prima volta la First Lady irrompe nella vicenda dell’impeachment per difendere il figlio Barron. “Dovrebbe vergognarsi”, ha twittato riferendosi a Pamela Karlan, uno degli esperti legali che nel corso della sua testimonianza ha citato il figlio della coppia presidenziale. La first lady accusa la costituzionalista di “usare un minore” per rafforzare in pubblico la sua posizione “molto rabbiosa e ovviamente di parte”. Karlan, una giurista dell’università di Stanford, aveva fatto il nome di Barron nel criticare la condotta del padre, per fare una battuta: “Trump non è un re che può fare quello che vuole. La Costituzione dice che non ci può essere alcun titolo di nobiltà. Quindi il presidente può chiamare suo figlio Barron ma non può farlo barone”.

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