C’erano anche 320 cristiani palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza alla messa di mezzanotte della Natività a Betlemme.
Le autorità israeliane ne hanno autorizzato all’ultimo l’arrivo e a loro monsignor Pierbattista Pizzaballa ha rivolto “uno speciale saluto” nella sua omelia in inglese. Nell’enclave di due milioni di palestinesi vivono mille cristiani, per lo più anziani, ed era stato proprio l’Amministratore Apostolico del Patriarcato dei Latini a Gerusalemme a premere su Israele perché alcuni di loro potessero celebrare il Natale a Betlemme.
Nella messa della vigilia a cui hanno assistito il presidente palestinese, Abu Mazen, il premier, Mohammad Shtayyeh, e decine di rappresentanti diplomatici, tra cui il Console generale italiano a Gerusalemme, Fabio Sokolowicz,
Pizzaballa ha esortato i cattolici a “celebrare un Dio che ha sempre cercato l’Uomo e che, a Natale, ha deciso di incarnarsi e di vivere tra noi”.
In una serata fredda, con migliaia di fedeli assiepati anche all’esterno della basilica sulla Piazza della Mangiatoia dove erano stati allestiti i maxi-schermi, il rappresentante del Vaticano ha incoraggiato a non cedere anche quando “siamo stanchi di affrontare le ingiustizie che ci circondano”, in particolare “le divisioni della nostra popolazione causate dalla politica”.
“A volte”, ha aggiunto, “ho l’impressione che siamo guidati più dalle nostre paure che dalla luce della gloria di Dio”. Quest’anno sono 15mila i turisti e pellegrini che hanno dormito a Betlemme per la notte di Natale.
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