L'idea della Finlandia rosa e progressista: settimana lavorativa di 6 ore per quattro giorni
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L'idea della Finlandia rosa e progressista: settimana lavorativa di 6 ore per quattro giorni

La premier socialdemocratica Sanna Marin ha lanciato la proposta. Il sì dell' Unione della sinistra radicale della ministra della Pubblica istruzione Li Andersso

Sanna Marin (al centr) e le altre esponenti del governo finlandese
Sanna Marin (al centr) e le altre esponenti del governo finlandese
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4 Gennaio 2020 - 18.09


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L’idea è di Sanna Marin, la giovane premier progressista finlandese che vuole rivoluzionare lo stile di vita della Finlandia proponente 4 giorni lavorativi di 6 ore ciascuno. A polarità di salario.
E così ha detto: “Una settimana lavorativa di quattro giorni, di sei ore ciascuno, con lo stesso stipendio. Perché non potrebbe essere il prossimo passo per la Finlandia? Otto ore sono davvero l’unica scelta possibile? Credo che le persone meritino di trascorrere più tempo con le loro famiglie, con i propri cari, dedicandosi agli hobby e altri aspetti della vita, come la cultura. Questo potrebbe essere il prossimo passo per noi”. 
Sanna Marin è la leader del partito socialdemocratico ma la sua proposta piace molto anche all’Unione della sinistra radicale della ministra della Pubblica istruzione Li Andersson. “È importante consentire ai cittadini finlandesi di lavorare di meno. Non è questione di governare con stile femminile ma di offrire contenuti e mantenere le promesse agli elettori”. 
In Finlandia attualmente si lavora 8 ore al giorno per cinque giorni alla settimana. Così la premier socialdemocratica sta studiando insieme a Li Andersson e alle altre leader della coalizione come cominciare un ampio test per sperimentare il modo migliore di adottare la settimana lavorativa accorciata. 
C’è da dire che la giornata di 6 ore funziona già nella vicina Svezia: nel 2015 Göteborg, la seconda città più grande della Svezia, ha ridotto l’orario di lavoro a sei ore al giorno nelle case di riposo e nell’ospedale municipale, senza variazioni allo stipendio dei dipendenti. E i risultati sono ottimi.
E allora perché non provare anche nella Finlandia rosa e progressista?

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