Trump pronto a concedere a Israele l'annessione dei territori
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Trump pronto a concedere a Israele l'annessione dei territori

Il 'piano del secolo' del presidente Usa umilia le legittime aspettative palestinesi. L'Olp promette battaglia e chiede il rispetto delle risoluzioni Onu

Trump e Netanyahu
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

24 Gennaio 2020 - 15.37


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Donald Trump ha fretta di varare il suo “Piano del secolo”. E non intende aspettare il 2 Marzo, quando Israele andrà al voto, per le terze elezioni anticipate in nemmeno un anno. La Casa Bianca intende rilasciare presto una dichiarazione riguardante il piano di pace del presidente Donald Trump, riferiscono ad Haaretz funzionari israeliani.

“Trump e i suoi più stretti collaboratori in politica estera hanno deciso che non ha più senso attendere e hanno forzato la mano”, conferma a ytali una fonte governativa vicina al primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo stesso Netanyahu e il suo principale rivale politico, il leader di Kahol Lavan (Blu Bianco), Benny Gantz, dovrebbero volare a Washington la prossima settimana per discutere i dettagli del piano statunitense per dare soluzione al conflitto israelo-palestinese. Intanto, tra i due maggiori contendenti alla poltrona di primo ministro, è iniziata una “corsa all’annessione”.

Martedì Gantz ha promesso che avrebbe lavorato per far avanzare l’annessione di Israele alla Valle del Giordano dopo le elezioni 2 marzo, aggiungendo che si aspetta la pubblicazione del piano di pace Usa. In passato – ricorda Haaretz   Gantz si era opposto alla pubblicazione del piano durante una campagna elettorale, sostenendo che una tale mossa sarebbe stato un “regalo” per Netanyahu e “un intervento diretto” di Washington nella politica interna d’Israele. Ora, però, le cose sembrano essere cambiate.

Parlando durante un tour elettorale, l’ex capo di stato maggiore di Tsahal,  Gantz ha affermato che “La Valle del Giordano è la barriera difensiva orientale di Israele in qualsiasi conflitto futuro. I governi israeliani che hanno parlato della possibilità di restituire l’area [al controllo giordano] stavano commettendo un grave errore strategico e di sicurezza, e vediamo questa striscia di terra come una parte inseparabile dello Stato di Israele “.

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Gantz ha sottolineato che il processo di estensione della sovranità israeliana nell’area sarà condotto legalmente e in coordinamento con gli organismi internazionali. “Fino ad allora assicureremo il continuo sviluppo di questa terra, dobbiamo andare avanti”, ha aggiunto. In risposta, Netanyahu, che in precedenza aveva promesso l’annessione non solo della Valle del Giordano ma dei territori dell’Area C che comprende oltre il 60% della Cisgiordania, ha affermato che applicherà la legge israeliana a tutti gli insediamenti israeliani “senza eccezioni”. Gantz ha promesso l’annessione per ottenere i voti di destra, ma l’unico vincitore è Netanyahu, sottolinea il giornale progressista di Tel Aviv.

Quanto a Trump, la scelta di accelerare i tempi nella ufficializzazione del “Piano del secolo” ha anche un valore interno: ricostruire un rapporto, andatosi sfilacciandosi negli ultimi tempi, con la comunità ebraica statunitense in tutte le sue componenti, conservatrici e progressisti. Da qui la decisione  di chiamare alla Casa Bianca non solo l’”amico Bibi” ma anche il suo rivale. Come dire: gli Stati Uniti saranno a fianco d’Israele, indipendentemente da chi ne sarà il futuro capo di governo.

In un certo senso, è lo “sdoganamento” di Gantz. Ma il Gantz “annessionista” non piace a sinistra. Per Nitzan Horowitz, leader di Meretz, Blu e Bianco sta inseguendo i voti della destra a causa di “insicurezza” o perché crede nella manovra per una “mancanza di logica”. “In ogni caso, é molto chiaro che le persone di centro-sinistra non hanno nulla da cercare in quel partito”, ha twittato. Duro anche il leader della Joint List, Ayman Odeh, secondo il quale “l’imitazione” non è il modo di sostituire Netanyahu alla guida del Paese: Gantz “apparentemente ha dimenticato che c’è vita dopo la campagna. Il patetico tentativo di raccogliere alcuni voti dalla destra non vale la distruzione futura di tutti.

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In questo contesto, si è inserito lo stesso Netanyahu che ha rilanciato la promessa di Gantz, chiedendogli di attuare insieme il piano senza attendere le elezioni. “Perché  aspettare se è già possibile farlo con un vasto accordo alla Knesset? Mi aspetto la tua risposta per questa sera a meno che Ahmad Tibi  (leader storico degli arabi israeliani, ndr) non te lo proibisca”, ha affermato il leader del Likud, sfidando l’avversario e suggerendo che dipenda dai partiti arabi.

Immediata la risposta del leader centrista, ex capo di Stato maggiore, che ha riportato l’attenzione sui guai giudiziari di Netanyahu: “Prima deliberiamo sulla (richiesta di) immunità  avanzata dal premier per proteggersi dalle incriminazioni per corruzione, frode a abuso di fiducia in tre casi, “e poi gestiremo la sovranità  sulla Valle del Giordano, ha concluso secco GantzRiconoscimento della sovranità israeliana sulla Valle del Giordano e sugli insediamenti nell’Area C della Cisgiordania,quella, in base agli Accordi di Oslo, già sotto controllo da parte dello Stato ebraico. In cambio, riconoscimento a tempo debito da parte degli Usa di uno Stato palestinese “smilitarizzato” che includerebbe il resto del territorio della stessa zona C, oltre le attuali Aree A e B, più Gaza.

Questi i punti principali, secondo varie fonti citate anche dai media, del “Piano del secolo”. Un Piano che è stato respinto in toto da Ramallah dalla dirigenza palestinese. “Insistiamo – dice  Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente  Abu Mazen – per la fine dell’ occupazione israeliana e per la costituzione di uno Stato palestinese lungo le linee del 1967, con capitale a Gerusalemme est”. “Che Israele e Usa – ha concluso – non valichino linee rosse”.

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Nell”Accordo del Secolo’ messo a punto da Trump insieme al consigliere, nonché genero, Jared Kushner ed altri (definito dai media di Israele “la migliore offerta mai fatta”), sarebbe previsto il riconoscimento da parte palestinese di Gerusalemme come capitale di Israele e di Israele come Stato ebraico. Per quanto riguarda la smilitarizzazione dello Stato palestinese, questa comporterebbe anche la Striscia di Gaza e quindi di Hamas.
“Non c’è stato un atto che fosse uno dell’amministrazione Trump che non abbia favorito Israele nella sua politica colonizzatrice – dice a Globalist Saeb Erekat, segretario generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) – legittimando ogni forzatura unilaterale portata avanti da Tel Aviv. Di certo – conclude Erekat – non accetteremo uno staterello senza sovranità su tutto il territorio nazionale. I confini dello Stato palestinese sono quelli delineati dalle risoluzioni Onu: quelli del ’67, con Gerusalemme Est come capitale. Il presidente Trump può vestire tanti panni, anche quelli dell’illusionista. Ma noi non applaudiremo la sua performance”.

Infine, un appello all’Europa: ”Se ancora sostengono  la soluzione a due Stati, l’Unione europea e i singoli Stati membri devono assumersi la responsabilità di. Respingere un Piano che dà luce Verde a Israele per annettersi territori palestinesi e rendere carta straccia le risoluzioni Onu e le basi stesse di un negoziato di piace. Per noi palestinesi – conclude Erekat – quello di Trump è il Piano della resa. Noi non lo accetteremo mai”.

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