I nazionalisti di sinistra sono il primo partito d'Irlanda: ecco come sarà il governo
Top

I nazionalisti di sinistra sono il primo partito d'Irlanda: ecco come sarà il governo

Londra: "Avremo buone relazioni con chiunque"

Sinn Fein
Sinn Fein
Preroll

globalist Modifica articolo

10 Febbraio 2020 - 13.58


ATF

Il partito nazionalista di sinistra Sinn Fein è in testa nel voto popolare in Irlanda, al termine del conteggio delle prime preferenze delle elezioni di sabato. Le previsioni della vigilia si sono rivelata corrette: il partito guidato da Mary Lou McDonald, paladino della riunificazione con l’Ulster in tempi di Brexit, ma soprattutto d’un programma economico e sociale radicale, sale al 24,5% (e prova a riaprire i giochi sul governo), davanti a entrambi i partiti moderati storicamente dominanti: il Fianna Fail di Micheal Martin (liberali) al 22,2% e il Fine Gael del premier Leo Varadkar (Ppe) al 20,9.

L’affluenza è stata del 62,9% e il Sinn Fein ha fatto ancora meglio rispetto agli exit poll che lo davano alla pari con i due rivali maggiori. Lo scrutinio non è tuttavia finito, visto che il sistema proporzionale irlandese prevede anche il calcolo delle preferenze successive e all’appello manca circa metà dei 160 seggi in palio. Fra quelli assegnati, Sinn Fein ne ha per ora 30, con Fianna Fail a 17, Fine Gael a 14, 10 indipendenti, 5 Verdi e 6 suddivisi fra tre forze minori di centro-sinistra.

Le preferenze successive sono destinate a penalizzare il partito di McDonald a vantaggio di quelli di Martin e Varadkar, ma la leader Sinn Fein, dopo aver definito “rivoluzionario” l’esito del voto, ha fatto sapere di voler cercare di rompere l’ostracismo contro la sua formazione: candidandosi alla guida di un esecutivo di minoranza con tutta la sinistra in caso di stallo, senza tuttavia escludere neppure come subordinata un ipotetico accordo col Fianna Fail. In campagna elettorale sia Varadkar sia Martin hanno scartato qualunque idea di dialogo con Sinn Fein: posizione che dopo la storica avanzata nelle urne dell’ex braccio politico dell’Ira il premier uscente ha confermato ancora ieri; ma rispetto alla quale il leader del Fianna Fail ha invece fatto balenare un possibile ripensamento laddove non gli riuscisse di formare una grande coalizione di centro-destra con il Fine Gael guidata da lui stesso.

Il governo Tory britannico di Boris Johnson sta “seguendo ovviamente con attenzione” lo scrutinio delle elezioni irlandesi, ma assicura che le relazioni di buon vicinato con Dublino, anche in tempi di Brexit, resteranno solide quale che sia il risultato finale e la composizione del prossimo governo irlandese. Lo ha sottolineato oggi un portavoce di Downing Street, interpellato sull’avanzata della sinistra nazionalista di Sinn Fein nella Repubblica.

“Le strette relazioni” fra Londra e Dublino “proseguiranno a prescindere dai risultati”, ha sottolineato il portavoce.

Sinn Fein, portabandiera storico della riunificazione con l’Irlanda del Nord britannica (secondo un obiettivo che peraltro sulla carta tutti i maggiori partiti dell’Eire evocano), ha sulle spalle l’etichetta di ex braccio politico della guerriglia dell’Ira. Ma, dopo essere stato protagonista della pace del Venerdì Santo del 1998, è da tempo un interlocutore riconosciuto di Londra a Belfast, dove da anni è parte integrante della coalizione di governo locale con gli unionisti del Dup.

 
Native

Articoli correlati