I nazisti di Alba Dorata a 'caccia' di migranti al confine tra Grecia e Turchia
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I nazisti di Alba Dorata a 'caccia' di migranti al confine tra Grecia e Turchia

Un grandissimo Nello Scavo, inviato a Kastanies (Grecia) ci racconta che le squadracce paramilitari di estrema destra sono in azione.

Dinos Theoharidis. Il colonnello di Alba Dorata che guida i paramilitari di estrema destra
Dinos Theoharidis. Il colonnello di Alba Dorata che guida i paramilitari di estrema destra
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5 Marzo 2020 - 10.58


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Il giornalista di Avvenire, Nello Scavo, si è recato a Kastanies, in Grecia, al confine con la Turchia, dove in questi giorni si sta consumando una tragedia umanitaria: da quanto il governo di Ankara ha annunciato che non avrebbe più trattenuto i migranti siriani dal marciare verso l’Europa, la marcia di centinaia di migliaia di persone si è arrestata al confine con la Grecia, dove hanno trovato la feroce resistenza della polizia di confine. Senza contare la violenza della Guardia Costiera greca, mostrata in alcuni video che hanno fatto il giro del mondo (lasciando però pressoché intonse le nostre coscienze e le nostre menti, al momento occupate quasi esclusivamente dal Coronavirus). 
E in questo fermento si aggirano anche diversi tipi di mostri: sono i membri di Alba Dorata che, secondo quanto riporta Scavo, attendono i migranti al confine, per riservare loro il trattamento di benvenuto dei fascisti. 
Centro del pezzo di Scavo è Dinos Theohairidis, capo di queste ‘squadracce anti migranti’. “Siamo dei patrioti” afferma, “come Salvini lo è per l’Italia”. 
E come appare questo ‘amico’ del leader della Lega nostrana? Bicipiti gonfi e – dettaglio non trascurabile – rosario al collo, il capo dei fascisti greci parla in questo modo: “Se intercettiamo degli stranieri, li fermiamo e li consegniamo alla polizia. Come faccio a catturare i migranti? Ho i miei metodi”. 
Il racconto di Scavo descrive un gruppo paramilitare ben accetto dalla polizia, con tanto di visori notturni per stanare meglio i migranti. E quando li stanano cosa succede? I pochi con cui riesce a parlare mostrano orgogliosi immagini di trofei della loro ‘caccia’ dal loro telefono. Fino a un filmato, che però non può essere reso pubblico: tre migranti sanguinanti e feriti. “Ma non siamo stati noi a fare questo” mente – ipotizza Scavo – uno dei fascisti, “sono stati i cani della polizia bulgara”. 

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