Il coronavirus arriva in Siria e il regime organizza corsi. Per i medici? No, per i becchini
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Il coronavirus arriva in Siria e il regime organizza corsi. Per i medici? No, per i becchini

Con l'arrivo dell’emergenza le autorità siriane hanno avviato corsi per gli addetti alle sepolture con l’obiettivo di prepararli a come inumare evitando i contagi.

Coronavirus in Siria
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

18 Marzo 2020 - 18.19


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Che questo nostro tempo sia quello dell’incredulità è evidente a tutti. Ma la Siria riesce a sbigottire, a lasciare attoniti, anche in questi tempi di notizie normalmente incredibili. “ La Siria è protetta da Dio!” Si sgolano a dirlo da giorni i gerarchi del regime e i loro megafoni. Anche i religiosi ripetono facilmente questa assurdità, e lasciano aperti i santuari, i luoghi di culto, dove i fedeli arrivano a grappoli rendendo la situazione sanitaria di una gravità paragonabile solo a quella iraniana. Il santuario di Zeinab ad esempio è un porto di mare, ci si bacia, si baciano cancellate, pietre, tantissime cose. Ma la Siria per il regime rimarrebbe “coronavirus free”. Incredibile. Voci sempre più inquietanti parlano di malati portati a frotte all’aeroporto, per farli sparire, forse in Iran. Di certo gli iraniani sono tantissimi, e tantissimi di loro fanno proprio pellegrinaggi ai santuari. Ma il rapporto speciale tra i due paesi, chiamiamolo di dipendenza militare, impedisce alla Siria di eccepire. Anche per questo la linea è stata sempre “La Siria è protetta da Dio”, “qui abbiamo debellato il virus dell’Isis, figurarsi il coronavirus.”
Questa negazione di una catastrofe sanitaria che si abbatte su un Paese senza ospedali, senza medici, senza farmaci, è in sé la vera apocalisse. Ma il regime nega tutto. Ieri ha detto però, stranamente, che a scopo precauzionale chiudeva le scuole. Una “precauzione”…
Ora, all’improvviso, arriva la decisione, una decisione che ingenera orrore, raccapriccio, rabbia. Scrive l’agenzia Ansa “In vista (avete letto bene, in vista) dell’emergenza coronavirus, le autorità siriane hanno avviato corsi per gli addetti alle sepolture con l’obiettivo di prepararli a come inumare evitando i contagi. La notizia è corredata da immagini” che mostrano lo scrupolosa attenzione al rispetto delle norme islamiche per la sepoltura, avvolgendo le salme in un telo bianco.
Dunque in vista della possibile, futura emergenza cosa si fa? Si insegna a seppellire i morti! Non a curare i malati, non a soccorrerli mentre febbricitanti traballano sulla via che conduce a Damasco dal santuario aperto! Non si mira a insegnare quali siano i sintomi, cosa fare, come aiutare. No! Si insegna a seppellire. Verrebbe da dire, “il regime va subito al sodo, con la morte ha una certa dimestichezza”… Ma qui non si può scherzare, non si deve scherzare. E’ pazzesco ammettere che un regime stragista nasconda l’apocalisse che si sta abbattendo, dopo nove anni guerra, su una popolazione stremata e si permetta pure di dire che addestra alla sepoltura in vista di una futura, possibile emergenza.
La Siria è al di là dell’immaginabile, la Siria è la terra della perdizione dell’uomo, dell’umanità. E dell’ammissibile. Questo è davvero troppo, per tutti.

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