Da Edi Rama un messaggio d'amore al'Italia che dovrebbe far arrossire l'Europa
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Da Edi Rama un messaggio d'amore al'Italia che dovrebbe far arrossire l'Europa

Giornalista, pittore, ex cestista di idee e coraggio ne ha avute  tante, già quando ha rivoltato Tirana, da sindaco, facendo di una grigia ex capitale di regime, una coloratissima città

Il premier albanese Edi Rama
Il premier albanese Edi Rama
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

29 Marzo 2020 - 14.44


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Ero piccolissimo, e sulla banchina del porto di Palermo vidi tante lacrime come mai ne avrei più viste. Allora mi sembrarono esagerate, c’era chi partiva e io li invidiavo. Non capivo tante lacrime e quei fazzoletti a sventolare sulla banchina e sulla nave anche quando la nave era già irraggiungibile all’orizzonte.

Più tardi avrei elaborato e capito.
Si era sposata una cugina di mia madre e partiva col marito per “Lamerica”. Chi partiva e chi salutava sapeva che non sarebbe stato facile rivedersi. Forse si, forse mai più.
Tra le tante cose smarrite, la memoria di chi parte per bisogno, ora anche soltanto per quella crescita che dove sei nato ti è negata, è la cosa più preziosa delle cose perdute o sotterrate. Quei viaggi e i tanti altri che sarebbero venuti dopo, e che anche oggi disegnano i percorsi dell’umanità più sfortunata,sono il comune Dna negato. Tra le cose che dovremo cercare in fondo al cassetto che abbiamo chiuso, gettando in fondo al pozzo la chiave, ci deve essere la memoria. Va recuperata, sanata e coltivata.
Ci pensavo ascoltando con grande emozione e con un groppo alla gola le parole del leader albanese Edi Rama, che in italiano saluta trenta tra medici e infermieri che partono per aiutare i colleghi italiani stremati dalla lotta durissima contro il virus che sta decimando la parte più ricca del nostro Paese.
Poche parole, tutte pesate, che troverete qui, su Globalist, che potrete, dovreste sentire nel video che anche Globalist propone. Una lezione, quella di Edi Rama che dovrebbe far arrossire i potenti d’Europa, e quelli che in Italia volteggiano come avvoltoi sopra le nostre disgrazie, pensando ancora che all’indomani di questa emergenza potranno pensare di tornare a pretendere il mondo come un orto dietro l’altro, tutti separati l’uno dall’altro da un alto muro e da un micidiale filo spinato, magari elettrificato, per uccidere i più coraggiosi.
I potenti d’Europa e gli eletti di Bruxelles alle massime cariche, quelle che saltano da una gaffe all’altra nel momento meno indicato a dire parole in libertà, dovrebbero arrossire alle parole di questo leader intelligente e generoso di un Paese che da più di dieci anni bussa alla porta dell’Unione Europea. 
Edi Roma ha memoria, ben ricorda quell’8 agosto del 1991, quando la nave mercantile Vlora, in un’Italia in vacanza, attraccò al porto di Bari con un carico di 20mila albanesi in fuga dalla povertà, quando l’Albania – ha ricordato oggi Edi Roma – “bruciava di dolori immensi”. Fu uno shock, seguirono tanti problemi, ma gli anni successivi e quelli a noi più vicini ci hanno raccontato e ci dicono di tante vite ricostruite, di tanti nuovi italiani, e italiani tutti, che sono divenuti parte importante dell’economia, della cultura e della convivenza civile di questa nostro Paese, ora ansimante.
L’Albania oggi è un Paese in grande crescita e di grande vivacità culturale, un Paese giovane, all’avanguardia in molti settori, Paese che comincia a diventare importante metà turistica, punto di riferimento anche per l’impresa, per i professionisti e la cultura italiana. Paese fratello come nessun altro. Come dire, ci si può parlare affanciandosi dalle rispettive terrazze.
Edi Rama è un politico intelligente, e con le sue parole sa bene di essere intervenuto nel momento in cui l’Europa mostra anche i suoi limiti di leadership, evidenziando carenza di idee e di coraggio. Edi Rama, giornalista, pittore, ex cestista – come suggerisce il suo fisico – di idee e coraggio ne ha avute  tante, già quando ha rivoltato Tirana, da sindaco, facendo di una grigia ex capitale di regime, una coloratissima città che disegnava il proprio futuro recuperando il tempo perduto col comunismo, sapendo bruciare le tappe.
Nel parlare, nel parlarci, nel salutare i suoi medici e i suoi infermieri, già in tuta di lavoro, pronti a salire sulla scaletta dell’aereo in partenza per Verona, Edi Rama non ha certo pensare di saldare un debito, ma ha sicuramente messo in mora l”Europa tutta, mortificato le capitali più ricche, e quelle egoiste, sazie del ruolo di paradiso fiscale. Non ci si salva mai da soli, ha ricordato venerdì sera Papa Francesco.
Anche il gigante buono e generoso di Tirana ha voluto ricordarlo, mentre ripiegava e metteva in tasca il foglio sul quale aveva scritto in italiano il suo messaggio il suo messaggio d’amore all’Italia.

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