Le origini del virus: il Washington Post rilancia la teoria complottista dell'incidente in laboratorio
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Le origini del virus: il Washington Post rilancia la teoria complottista dell'incidente in laboratorio

Sul giornale compaiono tre teorie, e una (indicata come 'plausibile') è proprio quella dell'incidente in laboratorio. Un'altra è un deliberato attacco alla Cina che non ha nulla di scientifico

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16 Aprile 2020 - 14.39


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Sul Washington Post è comparso un articolo in cui sono illustrate tre teorie sulle origini del Coronavirus, che il giornale descrive come una ‘falsa’, una ‘possibile’ e un’altra ‘sostanzialmente vera’. 
In realtà, la terza teoria (quella ‘sostanzialmente vera’) non riguarda le origini del Coronavirus, ma è un neanche tanto velato attacco alla Cina e al suo sistema, riguardando infatti la censura e la segretezza del Governo cinese che ha permesso il diffondersi del virus nel mondo. Ma non indaga sulle origini biologiche del virus, appare più come un’accusa e un modo per gettare la colpa sul governo cinese, e i sospetti aumentano quando scopriamo che lo stesso articolo è stato rilanciato dalla Cia, di solito abbastanza impermeabili ad articoli scientifici. Ma di scientifico quest’accusa ha ben poco. 
Ma partiamo dalla notizia ‘falsa’, ossia che l’epidemia sia collegata alla ricerca sulle armi biologiche. A gennaio, quando iniziava il lockdown nella provincia cinese di Hubei, il Washington Times, espressione del mondo conservatore, rilanciava una ricerca dell’ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, Dany Shoham, per sostenere che il “coronavirus potrebbe essere nato in un laboratorio collegato al programma di armi biologiche della Cina” a Wuhan, suggerendo – scrive il Post – che “il Laboratorio nazionale per la biosicurezza e l’Istituto di virologia di Wuhan lavorassero al programma”. I laboratori esistono, ma non ci sono prove. Peraltro, specifica Richard Ebright, professore di biochimica della Rutgers University, “in base al genoma e alle proprietà del virus non vi sono indicazioni che si tratti di un virus costruito”. 
La seconda teoria, che sebbene il Washington Post indichi come ‘plausibile’ appare molto simile alla prima. La differenza sta nella casualità: il coronavirus si sarebbe diffuso da un laboratorio a causa di un incidente. Si tratterebbe di un virus di origine naturale che potrebbe essersi diffuso per un incidente dai laboratori di Wuhan. Il professor Ebright ha detto al Post di ritenerlo “almeno altrettanto probabile” quanto un incidente fuori da un laboratorio. Altri scienziati non sono d’accordo. Ma “ci sono prove circostanziate”, scrive il Post che fa riferimento alle ricerche sui coronavirus dei pipistrelli di ricercatori della sede di Wuhan del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Due giorni fa il Washington Post scriveva di cablogrammi diplomatici che nel 2018 avevano già nero su bianco i timori per le misure di sicurezza e la gestione dell’Istituto di virologia di Wuhan. Ma, sottolinea il giornale, questo non dimostra che il nuovo coronavirus sia mai stato studiato a Wuhan. “Non ci sono prove si sia diffuso da un laboratorio”, ha rimarcato il microbiologo Andrew Rambaut dell’Università di Edimburgo. 
Infine, la terza teoria: “il governo cinese ha ingannato il mondo sul coronavirus”, scrive il Post, ricordando di aver scritto a inizio febbraio dell'”offuscamento delle informazioni” da parte della Cina. Pechino è stata lenta nella condivisione dei dati, anche con gli esperti dell’Oms, scrive il giornale citando l’inchiesta di ieri dell’Associated Press secondo cui il gigante asiatico non avrebbe dato l’allarme per sei giorni, cruciali per la diffusione del virus.
Come si vede, non si tratta di una teoria scientifica o comunque che tenta di indagare su come sia nato il virus, ma un attacco al Governo cinese. Intendiamoci, è assolutamente vero – come abbiamo specificato più volte – che la Cina ha contribuito, con i suoi metodi da regime, a far diffondere il virus nel mondo ritardando le informazioni. È anche vero che il Governo cinese lo ha ammesso e che si sia pubblicamente scusato, cosa che non cancella certo l’entità della tragedia ma che rappresenta un precedente molto raro nella storia del Paese. 
Appare però evidente, e la notizia data dalla Cnn che il governo americano sta indagando di nuovo sulle origini in laboratorio del virus, che gli Stati Uniti hanno il chiodo fisso di incolpare la Cina per il virus, in modo da fare sfigurare il paese che sta invece puntando tutto sull’aiuto sanitario.

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