Report racconta la galassia fascista che ha diffuso fake news e disinformazione sul Coronavirus
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Report racconta la galassia fascista che ha diffuso fake news e disinformazione sul Coronavirus

Il programma di Rai 3 ha scoperto un filo nero che lega tra loro alcuni dei contenuti di disinformazione diventati più virali. Siti complottisti di destra estrema e di alternative right

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27 Aprile 2020 - 19.22


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Chi ha reso così virale il video di Leonardo? Di questo tratta la puntata di Report, un’inchiesta

che provocherà discussioni, soprattutto degli ambienti fascio-sovranisti,
Oltre al Coronavirus, stiamo vivendo una pandemia di disinformazione. Dall’inizio dei contagi hanno iniziato a circolare notizie false o manipolate, che hanno avuto su Whatsapp e su Facebook il loro epicentro di diffusione. 

Report ha scoperto un filo nero che lega tra loro alcuni dei contenuti di disinformazione diventati più virali. Siti di destra estrema e di alternative right hanno spinto in tutto il mondo la diffusione di video e post, contribuendo a creare una narrazione complottistica e allarmistica sul coronavirus. Chi li finanzia?

Il servizio
Se avete un profilo sui social, di sicuro avete visto il video della puntata di Leonardo del 2015. Il servizio dà conto di una notizia vera data su Nature, ma pur parlando di un coronavirus non c’è alcun collegamento con il Sars-Cov-2. È un ‘falso contesto’, cioè prendere una notizia vera e inserirla in un contesto diverso da quello di appartenenza. Sui social il video è presentato come la dimostrazione che il virus è stato costruito in laboratorio e sui social arriva a milioni di visualizzazioni.

Il modo in cui il video diventa virale presenta anomalie: era difficile trovarlo nei motori di ricerca e fino al mese scorso le visualizzazioni erano a 0. La prima piattaforma è Whatsapp e Report scopre chi è la ‘paziente 0’ del video virale:

“Il 24 marzo” racconta la donna, “ho trovato un appunto che stavo buttando via quando vedo scritto ‘scienziati cinesi hanno creato supervirus’ e mi sono ricordata della trasmissione. Ho cercato il video per capire se avevo inteso bene, e non l’ho trovato. Lo trova un mio amico il 25 marzo, e verso le 11:30 mi dice ‘sì l’ho trovato’ e me lo invia. Lo inviamo in maniera ridotta ad alcune persone. Non c’era l’obiettivo di farlo diventare virale. Mi è dispiaciuto l’uso che ne è stato fatto, non avevo alcuno scopo politico’.
Da whatsapp il video comincia a diffondersi su Facebook e su Twitter, e in contemporanea anche su VKontact, il social network russo, che dà un’idea della galassia che voleva renderlo virale.

Su VKontak comincia a diffondersi in un secondo momento: alle 18:20 del 25 marzo, il video è pubblicato da Salvini e da Meloni e qualche minuto prima, il video era stato caricato anche su YouTube, da Stefano Monti, dei 5 stelle.

Dall’Italia il video fa il giro del mondo, girando in tutti i forum dell’estrema destra europea e americana. Su Facebook, il video gira su gruppi in cui il 5g viene indicato come la causa del Coronavirus e gira anche sulle pagine contro il Papa e contro l’Islam.

Online, la disinformazione sul coronavirus si muove più velocemente del contagio.

Facebook è stato il principale veicolo di disinformazione online. L’Italia e la Spagna sono i paesi dove le fake news sono state più fuori controllo. Il 70% delle notizie che compaiono su Facebook non hanno alcuna avvertenza del fatto che sono false. Anche nel caso in cui siano state smentite. In tempi di pandemia, questo rischia di avere effetti devastanti: molta disinformazione riguarda la salute. Post pubblicati in decine di lingue, che indicano fonti scientifiche, che si comportano come i virus, assumendo le forme più utili per infettare le nostre menti.

 

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