Legge anti-democratica sulla magistratura: l'Europa mette in mora la Polonia
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Legge anti-democratica sulla magistratura: l'Europa mette in mora la Polonia

La nuova legge sulla magistratura, secondo una nota della Commissione, "mina l'indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi ed è incompatibile con il principio del primato del diritto comunitario"

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29 Aprile 2020 - 15.58


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È stata avviata oggi dalla Commissione europea una procedura d’infrazione nei confronti della Polonia, con l’invio di una lettera di costituzione in mora riguardo alla nuova legge sulla magistratura del 20 dicembre 2019, entrata in vigore il 14 febbraio 2020.
La nuova legge sulla magistratura, secondo una nota della Commissione, “mina l’indipendenza giudiziaria dei giudici polacchi ed è incompatibile con il principio del primato del diritto comunitario. Inoltre, la nuova legge impedisce ai tribunali polacchi di applicare direttamente determinate disposizioni del diritto dell’Ue a tutela dell’indipendenza giudiziaria, e di presentare alla Corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale su queste questioni”.
Secondo la Commissione, inoltre, “la nuova legge amplia la nozione di reato disciplinare e quindi aumenta il numero di casi in cui il contenuto delle decisioni giudiziarie può essere qualificato come reato disciplinare. Di conseguenza, il regime disciplinare può essere utilizzato come sistema di controllo politico del contenuto delle decisioni giudiziarie”. La legge sotto accusa viola anche “il diritto a un ricorso effettivo dinanzi a un tribunale indipendente e imparziale” ed è “incompatibile con i requisiti di indipendenza giudiziaria stabiliti dalla Corte di giustizia dell’Ue”.
La Commissione osserva poi che “la nuova legge introduce disposizioni che impongono ai giudici di divulgare informazioni specifiche sulle loro attività non professionali. Ciò è incompatibile con il diritto al rispetto della vita privata alla protezione dei dati personali, garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e dal Regolamento generale dell’UEe sulla protezione dei dati”.
Il governo polacco ha due mesi a partire da oggi per rispondere alla lettera di messa in mora.

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