Dopo le persone transgender, ora è il turno delle donne: il Parlamento ungherese – tecnicamente sospeso da Orban, che però per l’occasione lo ha convocato – ha respinto ieri la Convenzione di Istanbul, ossia un trattato per combattere la violenza sulle donne. Le motivazioni sono che il testo promuove delle ‘distruttive teorie gender’ e l’immigrazione illegale.
La Convenzione è stato il primo, serio strumento dell’Ue per combattere e prevenire la violenza sulle donne, che peraltro sta avendo una preoccupante impennata in tutta Europa anche a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19. La Convenzione fu presentata nel 2011 e nel 2014 era stata anche firmata dall’Ungheria che però ora l’ha respinta. Non è un caso che il Parlamento ungherese è quello che conta il minor numero di donne in tutta Europa.
Fidesz, il partito di Orban che tiene in pugno il paese, ha dichiarato che – sebbene sia d’accordo con la sostanza del trattato – la legge ungherese tutela già le donne e che il testo della Convenzione introdurrebbe nel sistema legale ungherese concetti ‘contrari all’ordine e alle convenzioni del Governo’, ossia quelli di ‘gender’, parola inglese che sta a indicare il genere sessuale, utlizzato nel testo della convenzione al posto di ‘woman’, donna, per includere anche le persone non binarie o transgender. Ovviamente, l’Ungheria, che dopo aver consegnato pieni poteri a Orban ha vietato alle persone trans di fare l’operazione per il cambio di genere, non poteva accettare.
Per quanto riguarda l’immigrazione, la Convenzione spingeva i paesi a dare aiuto umanitario alle donne migranti che abbiano subito abusi o violenze. Ma per il paese che ha costruito il muro anti-migranti (su cui Salvini è andato a giocare al soldatino) anche questo è un passo improponibile.
L'Ungheria di Orbán odia le donne: respinta la Convenzione contro la violenza di genere
La Convenzione è stato il primo, serio strumento dell'Ue contro la violenza sulle donne, che sta avendo una preoccupante impennata in tutta Europa per le restrizioni dovute alla pandemia
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6 Maggio 2020 - 17.16
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