A forza di tirare, la corda si spezza: sembrerebbe questo l’avvertimento che la Cina ha mandato agli Stati Uniti con le parole del Ministro degli Esteri Wang Yi, che ha dichiarato senza mezzi termini che i due paesi sono “a un passo da una nuova Guerra Fredda”.
Secondo il ministro cinese, i due Paesi però “non dovrebbero avere conflitti” ma “dovrebbero cooperare in una logica win-win e di reciproco rispetto”. Ma “gli Usa devono rinunciare a cambiare la Cina e rispettare” il suo desiderio di progresso e sviluppo, ha avvertito Wang Yi.
Difficile dire chi ha torto e chi ragione: da una parte c’è la Cina, che ha innegabilmente nascosto al mondo le prime fasi dell’epidemia di Coronavirus, con le disastrose conseguenze che tutti stiamo sperimentando. È ormai appurato che il governo di Pechino abbia messo a tacere il medico Li Wenliang, che per primo aveva avvisato della nascita del Sars-CoV-2, salvo poi riabilitarlo e scusarsi per il trattamento che gli ha riservato. È anche altamente probabile che il numero dei casi e dei morti cinesi sia molto più alto di quello ufficiale, essendo ogni informazione proveniente dalla Cina accuratamente centellinata dal Governo centrale. La Cina si è mostrata incredibilmente solidale con gli altri Paesi del mondo che stanno affrontando il virus, primo tra tutti l’Italia, ma agli occhi di molti analisti internazionali è stato solo un modo per ingraziarsi il favore della comunità internazionale e approfittare della situazione per aumentare la propria influenza politica, economica e diplomatica a livello internazionale.
Sembra essere proprio questo a preoccupare gli Usa: dall’altro lato del mondo, infatti, gli Stati Uniti sono diventati il paese più colpito dalla pandemia, con oltre 100.000 morti, risultato della pessima amministrazione di Donald Trump che è stato reticente a un lockdown generale e ha permesso al virus di diffondersi indisturbato. Contemporaneamente, Trump ha iniziato ad attaccare quasi quotidianamente la Cina, con i suoi metodi: fake news a profusione (ad esempio quella del virus creato nel laboratorio segreto di Wuhan, ipotesi caldeggiata anche dal Washington Post, a dimostrazione che negli Usa l’ordine di scuderia è stato quello di attaccare il paese rivale con ogni mezzo possibile) e minacce di intensificazione dei dazi commerciali, argomento molto spinoso già prima della pandemia. Senza contare i continui attacchi all’Oms, accusato da Trump di favorire la Cina (ipotesi comunque non del tutto campata in aria, dati i precedenti rapporti del direttore generale Ghebreyesus con la Cina) e l’accusa ai leader cinesi, di pochi giorni fa, di essere i responsabili di una strage mondiale.
La situazione è piena di tensione, e vedremo come Trump risponderà alla minaccia cinese.
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