L’uccisione di George Floyd, un uomo afroamericano soffocato a morte dalla polizia di Minneapolis durante un controllo stradale, sta provocando una vera ondata di indignazione e violenza negli Stati Uniti e ha riaperto prepotentemente il tema del Black Lives Matter, il movimento per i diritti delle persone di colore in America ancora troppo spesso vittime della violenza della polizia.
Il sindaco di Minneapolis, Jacob Frey, ha licenziato i 4 agenti coinvolti nell’uccisione di Floyd e l’Fbi sta indagando sull’accaduto, ma non è ancora sttao formulato alcun capo d’accusa. Ma decine di manifestanti si sono radunati nel luogo in cui Floyd è stato ucciso, al grido di ‘I can’t breath’, Non riesco a respirare, le ultime disperate parole che Floyd ha pronunciato mentre un poliziotto gli teneva un ginocchio sul collo. La tensione si è alzata quando la polizia ha deciso di disperderli attraverso l’uso di lacrimogeni e proiettili di schiuma. Alcuni hanno danneggiato le auto della polizia parcheggiate lì vicino.
Le persone chiedono a gran voce i nomi dei 4 agenti, di cui per ora si conosce un solo nome, quello di Derek Chauvin, l’agente che ha ucciso Floyd: “Per cinque minuti abbiamo visto un agente bianco che premeva il suo ginocchio sul collo di un uomo nero indifeso per cinque minuti, non si è trattato di una cattiva decisione di pochi secondi”, ha detto il sindaco Frey.
La famiglia ha chiesto di incriminare i quattro poliziotti: “Lo hanno trattato peggio di un animale. Devono pagare per quello che hanno fatto”, ha dichiarato il fratello alla Cnn.
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