Che impatto avranno le proteste sulla pandemia di Coronavirus negli Usa?
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Che impatto avranno le proteste sulla pandemia di Coronavirus negli Usa?

Anthony Fauci: "Gli scontri violenti temo che possano farci fare un passo indietro rispetto al controllo dell'epidemia di coronavirus"

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3 Giugno 2020 - 17.11


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È giusto protestare durante una pandemia? Quando il 2 giugno Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono scesi in piazza portandosi dietro una folla di gente che ha invaso le strade del centro di Roma, le proteste sono state unanimi: nonostante siamo entrati in Fase 3 e i numeri sono ogni giono più positivi, solo oggi, 3 giugno, i contagi sono stati 321 in più, e 77 i morti. Non siamo fuori dall’emergenza e sappiamo fin troppo bene ormai come si diffonde questo virus: attraverso il contatto ravvicinato. 
È ovvio quindi che le proteste negli Stati Uniti, il paese più colpito al mondo dal Sars-CoV-2 (ad oggi con 1.888.503 casi, 108.413 morti, con un incremento di 353 decessi solo oggi e 7.298 contagi in più), generano preoccupazione. Andrew Cuomo, il governatore di New York, ha pregato in una conferenza stampa i manifestanti di indossare le mascherine: “Avete il diritto di protestare, questa è l’America. Ma non avete il diritto di diffondere il contagio” ha detto Cuomo.
Amesh Adalja, del Johns Hopkins Center for Health Security, ha confermato che “il virus può approfittare di ogni tipo di interazione che faciliti la trasmissione”. Ma è anche vero che negli Usa come in molti altri paesi, il virus è in evidente ritirata. Molti medici si erano detti preoccupati per i molti raduni di manifestanti anti-lockdown, temendo un’impennata dei contagi, impennata che – fortunatamente – non si è verificata. Si è trattata di fortuna, oppure il virus è diffuso meno rispetto a febbraio-marzo? 
Sull’argomento è intervenuto anche Anthony Fauci, il virologo a capo dello staff sulla salute della Casa Bianca: “Sono alquanto preoccupato per quanto sta accadendo negli Stati Uniti, per queste proteste nate da un tragico incidente, con l’uccisione di una persona innocente da parte di un poliziotto. Le proteste pacifiche non sono particolarmente preoccupanti, ma gli scontri violenti temo che possano farci fare un passo indietro rispetto al controllo dell’epidemia di coronavirus, perché ovviamente in quelle situazioni non si seguono le indicazioni di sanità pubblica come il distanziamento sociale. Quindi sì, sono preoccupato di quello che potrà accadere nelle prossime due settimane sul fronte del contagio e non sono l’unico ad essere preoccupato per questo”. 

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