La scorsa notte il Governo tedesco ha eliminato l’allerta sui viaggi per 27 paesi europei, fra cui Italia e Francia. Si tratta di un atto che riapre i flussi turistici fra la Germania e gran parte d’Europa. Il cosiddetto “sconsiglio”, imposto anche rispetto allo spazio Schengen a causa del Coronavirus il 17 marzo scorso, viene sostituito da avvisi per i diversi Paesi. Alcuni paesi devono aspettare ancora: come nel caso della Spagna, la Finlandia e la Norvegia.
Oggi, 15 giugno, è il giorno in cui nella maggior parte del Vecchio Continente, cadranno le restrizioni sugli spostamenti e gli inviti a non viaggiare introdotti da quasi tutti a metà marzo, sull’onda dell’emergenza sanitaria, e si potrà cominciare di nuovo a circolare liberamente tra Paese e Paese. Una data che il Governo italiano in particolare ha cerchiato in rosso sul calendario, come un vero e proprio D-Day da cui spera possano ripartire quei flussi turistici che alimentano uno dei settori più importanti per l’economia del Paese.
L’Italia peraltro è stata tra i primi a riaprire le proprie frontiere ai cittadini del resto d’Europa, già dal 3 giugno scorso. Una scelta – anticipare la riapertura rispetto alla raccomandazione del 15 giugno formulata a Bruxelles dalla Commissione europea – seguita anche da altri: Bulgaria, Croazia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Estonia, Slovacchia e Slovenia hanno già iniziato nei giorni scorsi a revocare le restrizioni per gli stranieri che entrano nei loro Paesi. Escludendo tuttavia quelli delle nazioni che ritengono ancora non sicure.
La Svezia addirittura non aveva mai chiuso ai cittadini stranieri, in linea con l’approccio morbido tenuto da Stoccolma nella gestione dell’epidemia.
Oggi revocano invece le loro restrizioni la Germania, la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Repubblica Ceca, la Grecia, che ha addirittura fatto un passo in più riaprendo già fin da adesso anche a diversi Stati extraeuropei: Australia, Cina e Corea del Sud. Altri Paesi hanno fatto una scelta diversa, ritardando ancora di qualche giorno la riapertura. È il caso dell’Austria, che ha già aperto alla maggior parte dei vicini e che dal 16 giugno revocherà le restrizioni per altri 31 Paesi, compresa l’Italia, ma esclusi Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Madrid infine riaprirà le frontiere con gli altri Paesi dell’Unione europea solo il 21 giugno, con l’esclusione del Portogallo.
L’Italia, che in un primo momento era stata penalizzata da diversi Paesi, è riuscita a riconquistarne nella maggior parte dei casi la fiducia. “C’erano Stati esteri che inizialmente avevano chiuso all’Italia e agli italiani ma il nostro Paese è sempre stato trasparente, abbiamo mostrato i dati epidemiologici, ci siamo impegnati e alla fine hanno cambiato idea”, può esultare adesso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il titolare della Farnesina è reduce da un tour de force di viaggi e colloqui con i colleghi ministri europei nelle ultime settimane, per dimostrare che l’Italia non è un appestato da tenere chiuso in un lazzaretto, e nei prossimi giorni viaggerà ancora in Svizzera e Turchia. “Sbloccare i flussi turistici – sottolinea il ministro – significa far arrivare turisti stranieri in Italia e dare un ulteriore supporto alla nostra economia”.
La riapertura quasi generalizzata avrà un effetto immediato e tangibile già sui voli da e per l’Italia. All’aeroporto di Fiumicino è previsto un aumento dei collegamenti in arrivo e in partenza, con cento voli e dodici Paesi europei collegati. A Milano riaprirà invece il Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa: oltre 150 i voli previsti.
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