Il giudice rifiuta di bloccare il libro di Mary Trump che getta un'ombra sullo zio Donald
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Il giudice rifiuta di bloccare il libro di Mary Trump che getta un'ombra sullo zio Donald

Il fratello del presidente, Robert S. Trump, ha accusato Mary di violare un accordo di riservatezza sull'eredità di Fred Trump, padre di Donald. Il giudice di New York si è dichiarato incompetente

Donald e Mary Trump
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25 Giugno 2020 - 20.18


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Un punto a sfavore del miliardario xenofobo: un giudice americano si è rifiutato di bloccare la pubblicazione di un libro scritto da una nipote di Donald Trump e che proietta, secondo il suo editore, “una luce intensa sulla storia oscura” della famiglia del presidente americano.

Il fratello del presidente, Robert S. Trump, ha accusato Mary Trump di violare un accordo di riservatezza relativo all’eredità di Fred Trump, padre di Donald. Si era rivolto a un tribunale a New York per impedire la pubblicazione dell’opera, ma quest’ultimo si è dichiarato incompetente per dirimere la controversia.

“Too Much and Never Enough: How My Family Created the World’s Most Dangerous Man” (Troppo e mai abbastanza: come la mia famiglia ha creato l’uomo più pericoloso del mondo) dovrebbe quindi essere pubblicato come previsto il 28 luglio , a poco più di tre mesi dalle elezioni presidenziali. I libri “spinosi” per Donald Trump, che punta a un secondo mandato, sono diventati una spiacevole consuetudine per l’inquilino della Casa Bianca, ma questa è la prima volta che un membro della famiglia si dedica a questa attività.

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Mary Trump, 55 anni, è la figlia di Fred Trump Jr, fratello maggiore del miliardario repubblicano, morto nel 1981 all’età di 42 anni a causa dell’alcolismo. In questo libro di 240 pagine, racconta gli eventi cui ha assistito nella casa dei nonni a New York, dove sono cresciuti i cinque figli di Fred e Mary Anne Trump.

“Descrive un incubo di traumi, relazioni distruttive e una tragica miscela di abbandono e abuso”, afferma la casa editrice Simon & Schuster. Anne Trump, specialista in psicologia clinica, afferma che il presidente “respinse e ridicolizzò” il padre, del quale era comunque il figlio prediletto, quando iniziò a soffrire di Alzheimer.

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