I residenti di 19 quartieri nella periferia nord di Lisbona, dove persistono focolai di contagio da coronavirus, saranno di nuovo in isolamento domiciliare.
Lo ha annunciato il primo ministro Antonio Costa.
In nome di un “dovere civile di isolamento domiciliare”, che resterà in vigore per almeno due settimane, queste persone possono lasciare le proprie case solo per andare al lavoro, fare la spesa o acquistare farmaci. In questi “sotto-comuni” contigui, ma distribuiti su cinque comuni, compreso quello della stessa Lisbona, le riunioni saranno limitate a cinque persone, rispetto alle dieci nell’intera regione della capitale e alle venti nel resto del Portogallo.
“Questo non è un ritorno al punto di partenza”, ha insistito il capo del governo socialista, sostenendo che queste misure puntano a rispondere a “situazioni di alta concentrazione di casi nelle aree residenziali”. Siamo “consapevoli che la situazione è grave ed è per questo motivo che stiamo effettuando test per individuare i casi e isolarli rapidamente”, ha spiegato Antonio Costa, garantendo al contempo che la crisi è rimasta “generalmente stabile” dal quando il Portogallo ha iniziato quasi due mesi fa ad allentare il lockdown.
In questo Paese di circa 10 milioni di abitanti, dove la mascherina è obbligatoria negli spazi pubblici chiusi, il numero di nuovi casi quotidiani è aumentato negli ultimi giorni tra 300 e 400, mentre era sceso a circa cento a inizio maggio. In totale, il Portogallo ha registrato poco più di 40mila casi di Covid-19 e circa 1.500 morti.
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