La “migliore decisione” dell’Austria è stata quella di unirsi al “gruppo dei ‘frugali'” (quattro Paesi all’inizio -Austria, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi, ora diventati cinque, con la Finlandia), perché “siamo piccoli Paesi che non avrebbero peso da soli: questo risultato non ci sarebbe mai stato se fossimo stati da soli”. Lo ha detto il cancelliere austriaco, il conservatore Sebastian Kurz, che alla radio nazionale Orf ha parlato di “ottimo risultato” raggiunto a Bruxelles nella trattativa sul Recovery Fund.
Il cancelliere ha assicurato a Bruxelles che si è arrivati a una “chiara riduzione” dell’importo delle sovvenzioni, i trasferimenti diretti da non restituire, sul Recovery Fund per il dopo-pandemia. “Oggi è stato raggiunto un ottimo risultato, i negoziati non si sono ancora conclusi, continueranno a breve”, ha detto, senza specificare specificatamente il risultato di cui parla.
Ma i media austriaci sostengono, citando “fonti del Consiglio europeo “, che ci sarebbe un impegno in modo che dei 750 miliardi di euro del fondo, 390 miliardi di euro siano trasferimenti diretti. “Abbiamo già negoziato per tre giorni, l’ultimo round di negoziati è durato più di 20 ore, ma possiamo essere molto soddisfatti: siamo riusciti a ridurre chiaramente l’importo totale”.
“Siamo sulla buona strada”, sono “molto ottimista sul fatto che saremo in grado di chiudere” (oggi un accordo), ha poi aggiunto Kurz a Bruxelles, al quarto giorno di maratona negoziale sul Recovery Fund. Il cancelliere conservatore ha assicurato a Bruxelles che si è arrivati a una “chiara riduzione” dell’importo delle sovvenzioni, i trasferimenti diretti da non restituire, sul Recovery Fund per il dopo-pandemia.
Kurz si è detto anche soddisfatto del fatto che “gli sconti” (sui contributi austriaci al bilancio ordinario dell’Unione europea) siano “in forte aumento”. “E ciò che conta molto per noi – gli obiettivi di contenuto, cioè gli investimenti in ecologia, digitalizzazione e riforme – verranno implementati e controllati”.
Il premier olandese, Mark Rutte, in mattinata intanto ha negato che i quattro Paesi ‘frugali’ si siano divisi nelle trattative a Bruxelles sul Recovery Fund, con la Danimarca e la Svezia più aperte all’idea di discutere dei prestiti, mentre Austria e Paesi Bassi ancora contrari. “Siamo davvero sulla stessa linea”, ha detto.
Malgrado le tensioni durante la notte, nel complesso sono stati compiuti alcuni progressi nella trattativa, ha poi detto Rutte al termine della lunga maratona negoziale dei leader Ue.
Secondo quanto riporta Politico, Rutte ha affermato che i leader hanno discusso a lungo sul cosiddetto “super freno di emergenza”, legato alla governance del Recovery Fund, un meccanismo che che consentirebbe a qualsiasi paese di rallentare l’erogazione di fondi sollevando un’obiezione dinanzi al Consiglio europeo o all’Ecofin.
“Ora c’è un ottimo testo di bozza di quel meccanismo, che ritengo stia lentamente guadagnando consenso”, ha aggiunto Rutte, “sono davvero contento, perché questa e’ stata una condizione cruciale per noi” e per fare in modo “di costruire quel ponte tra prestiti e sovvenzioni”.
Rutte inoltre ha negato che i quattro frugali si siano divisi, con la Danimarca e la Svezia piu’ aperte all’idea di discutere dei prestiti, mentre Austria e Paesi Bassi ancora contrari. “Siamo davvero sulla stessa linea”, ha detto.