Parla l'ex avvocato di Trump: "Ha usato insulti razzisti contro Obama e Mandela"
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Parla l'ex avvocato di Trump: "Ha usato insulti razzisti contro Obama e Mandela"

Michael Cohen, ex avvocato di Trump - ora in carcere - vorrebbe pubblicare un libro verità: "Disloyal: The True Story of Michael Cohen, Former Personal Attorney to President Donald J. Trump"

Michael Cohen e Donald Trump
Michael Cohen e Donald Trump
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21 Luglio 2020 - 16.59


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C’è un altro pericolo in vista per Donald Trump: Michael Cohen, ex avvocato fidatissimo del presidente, ora suo avversario, vorrebbe pubblicare un libro in cu afferma, tra le altre cose, che Trump avrebbe usato epiteti razzisti contro Obama e Nelson Mandela. 
Le rivelazioni sono contenute nel ricorso presentato per chiedere la scarcerazione di Cohen che il 9 luglio scorso è stato di nuovo arrestato, dopo che due mesi fa i giudici gli avevano concesso di terminare la pena ai domiciliari a causa dell’emergenza coronavirus.
Nel ricorso gli avvocati di Cohen affermano che il loro cliente è stato rimesso in carcere per impedirgli di pubblicare il libro su Trump il cui titolo provvisorio è “Disloyal: The True Story of Michael Cohen, Former Personal Attorney to President Donald J. Trump” (Sleale: la vera storia di Michael Cohen, ex avvocato personale del presidente Donald Trump). In effetti, l’arresto è scattato il giorno dopo che Cohen non aveva voluto firmare un ordine in cui si impegnava a non parlare con i media o scrivere articoli o libri durante i domiciliari.
Nella dichiarazione alla corte, Cohen afferma che il libro contiene “mie esperienze e osservazioni fatte durante il decennio di lavoro e relazione con Trump e la sua famiglia, prima e dopo le elezione”. In particolare “il libro fornirà dettagli crudi e poco lusinghieri del comportamento del presidente a porte chiuse, descrivendo le battute antisemite ed i violenti epiteti razzisti verso il presidente Barack Obama e Nelson Mandela, che lui non considerava come dei veri leader o degni di rispetto a causa della loro razza”.
I legali, che nel ricorso citano direttamente l’attorney general Barr, contestano la ricostruzione fatta dalle autorità, cioè che l’arresto sia avvenuto perché Cohen si sarebbe rifiutato di indossare il braccialetto elettronico, ed anche il fatto che non avrebbe voluto firmare l’ordine, limitandosi solo a chiedere che venissero emendate delle parti.
Il vero motivo per cui il 53enne legale newyorkese – che per anni ha svolto la funzione di ‘fixer’ per Trump, risolvendo delicati problemi come quello delle centinaia di migliaia di dollari pagati all’ex porno star Stormy Daniel per il suo silenzio sulla relazione con il presidente- è stato arrestato “per rappresaglia per aver scritto un libro che è critico verso il presidente ed aver espresso l’intenzione di pubblicarlo presto, prima delle elezioni”, conclude il ricorso.

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