Negazionisti e scatentati contro chi vorrebbe evitare la diffusione dei contagi: la polizia della città australiana di Melbourne, assediata dal coronavirus, ha lanciato l’allarme per la “pericolosa” protesta contro le norme del lockdown, sfociata in alcuni casi in atti violenti, ad opera dei cosiddetti “cittadini sovrani”, un movimento nato negli Usa che si oppone al confinamento.
In un caso una donna ha sbattuto ripetutamente la testa di un’agente sul marciapiede, ha detto il capo della polizia Shane Patton. Melbourne è alle prese con una seconda ondata di infezioni: nell’ultimo mese al metà dei 18.300 casi australiani di Covid-19 è stata registrata in Victoria, lo stato di cui Melbourne è capitale
Di recente la città ha introdotto l’obbligo di usare la mascherina e inasprito le misure di confinamento per ridurre la trasmissione del virus. Ma la polizia ha segnalato che sempre più persone cercano di violare il lockdown.
Patton ha detto che la polizia del Victoria ha visto l'”emergere” di “preoccupanti gruppi di persone che si qualificano come cittadini sovrani”.
L’attacco alla donna poliziotto “sottolinea il genere di sfide che stiamo vivendo”, ha detto Patton, aggiungendo che le persone “stuzzicano” gli agenti ai posti di blocco e si rifiutano di rivelare informazioni di base. “In almeno quattro occasioni la scorsa settimana abbiamo dovuto rompere i finestrini delle auto e trascinare fuori le persone per avere informazioni” ha aggiunto.
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