Una scelta più umana che sportiva: “Il lockdown mi ha fatto capire di dover pensare di più alla mia famiglia. Sapevo già che fosse la cosa più cara al mondo ma dopo che mi sono ritrovato per due mesi chiuso in casa con mia moglie e i miei figli ho pensato a loro come mai mi era successo prima. Mi sono detto che dovevo pensare prima a loro e anche se in Italia stavano benissimo ho riflettuto molto sulla mia carriera e mi sono chiesto: ‘Cosa vuoi per loro?’ Era il momento di cambiare e Miami è la scelta migliore”.
Blaise Matuidi spiega così la decisione di lasciare la Juventus per andare a giocare negli Stati Uniti all’Inter Miami.
“La positività al Covid-19 mi ha fatto riflettere su tante cose, sul senso della vita -aggiunge il 33enne francese all’Equipe-. Quando vedi tutte queste persone che ci hanno lasciato, che non sai da dove viene questa malattia o come trattarla, ti fai delle domande. All’inizio mi è stato detto che entro due settimane il virus sarebbe scomparso. Ho fatto il test una seconda e poi una terza volta, ed ero comunque positivo. Tutt’intorno a me c’era un po’ di panico e quindi alla fine è stato bello aver trovato il campo. Ecco perché non vado a Miami come turista. Ci vado per giocare a calcio”.
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