Uno xenofobo che, speriamo, potrà finire presto di fare danni: l’amministrazione Trump ha utilizzato alcune delle principali catene alberghiere del confine sud per detenere bambini e famiglie che provavano ad attraversare il confine, creando un sistema ombra in gran parte non regolamentato di detenzione ed espulsioni rapide senza le garanzie necessarie alla protezione dei migranti più vulnerabili.
I dati del governo ottenuti dal New York Times, insieme ai documenti dei tribunali per definire la legalità degli ingressi, mostrano che le detenzioni alberghiere sotto la supervisione di una società di sicurezza privata sono aumentate a causa di un’aggressiva politica di chiusura delle frontiere legata alla pandemia, che impone di espellere al più presto gli immigrati per limitare i contagi.
Più di 100.000 migranti, compresi bambini e famiglie, sono stati espulsi sommariamente dal paese in base alla misura. Molti avvocati hanno contestato il sistema di detenzione negli hotel poiché non offre protezioni e viola le leggi statunitensi sull’asilo.
Tra i detenuti ci sono anche bambini di un anno che vengono trasferiti in questi hotel e affidati alla custodia di addetti ai trasporti senza esperienza di assistenza all’infanzia.
Gli hotel non sono soggetti a norme federali che esigono per i detenuti l’accesso ai telefoni, cibo sano e cure mediche e mentali. Le espulsioni sono arrivate a sostituire i procedimenti formali di rimpatrio che prevedevano un formale processo.
Da metà marzo quando è entrata in vigore la politica restrittiva legata all’emergenza Covid 109.621 persone sono state espulse dal confine sud-occidentale, secondo il New York Times.
L’amministrazione Trump ha testato i bambini migranti per confermare che non abbiano contratto il coronavirus prima di espellerli, mentre i bambini risultati positivi al test sono rimasti negli hotel in quarantena o in centri di accoglienza governativi per bambini migranti. A differenza dei bambini, molti adulti sono stati deportati ed espulsi nonostante fossero risultati positivi al coronavirus.
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