A poco meno di due anni, i gilet gialli ci riprovano: il movimento che nel 2018 aveva riunito in Francia circa 282 mila persone cerca di ritrovare una sua identità dopo le numerose divisioni all’interno ed essere quasi scomparsi dai radar anche a causa dell’emergenza coronavirus e del lockdown. Uno dei leader storici dei gilet gialli, Jerome Rodrigues ha lanciato su Facebook un appello per una manifestazione per il 12 settembre per cercare “di fare un copia incolla del 17 novembre 2018”. “Io sarò sugli Champs-Élysées e ribadirò le rivendicazioni del movimento che sono sempre le stesse”, ha spiegato.
Rodrigues chiama alla “disobbedienza civile” e ai manifestanti “a non mostrare la carta d’identità” in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine.
La protesta dei gilet gialli era esplosa nel 2018 contro un rialzo dei prezzi del carburante previsto dal governo di Emmanuel Macron all’interno di piano per la transizione energetica del paese.
Fu lo stesso movimento a fornire un elenco delle priorità, tra cui l’aumento del reddito minimo (smic in francese) a 1300 euro netti, ritorno al pensionamento a 60 anni e l’abbandono della ritenuta d’acconto. La lista comprende molte misure sociali, ma anche interventi relativi al trasporto, come lo stop all’aumento delle tasse sul carburante e l’introduzione di una tassa sull’olio combustibile e sul cherosene marino.
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