Disney licenzierà 28mila dipendenti americani nei suoi parchi a tema a causa della pandemia. Lo rende noto la società, precisando che il 67% dei tagli riguarderà lavoratori part-time. Da aprile a giugno i ricavi dei parchi sono scesi dell’85% rispetto all’anno precedente a 983 milioni di dollari. L’annuncio, fatto in una lettera rivolta ai dipendenti, ha fatto crollare i titoli Disney a Wall Street, arrivati a perdere il 2%.
La decisione – E’ stato il presidente della DisneyParks, Experience and Product, Josh D’Amaro, ad annunciare l’importante taglio del personale, rivolgendosi direttamente ai lavoratori. La decisione è stata presa a causa “dell’impatto prolungato del Covid-19 sulla nostra attività, comprese le riduzioni di capacità sui siti, legate all’allontanamento fisico, e le incertezze sulla durata della pandemia”, ha spiegato D’Amaro.
Crisi dei parchi – I parchi del colosso americano sono stati chiusi la scorsa primavera, quando la pandemia ha iniziato a diffondersi negli Stati Uniti. Quelli in Florida hanno riaperto quest’estate, mentre in California sono rimasti chiusi. Non è stato però specificato quali saranno i parchi colpiti da questa misura.
Quarantatremila i lavoratori già licenziati a causa del coronavirus, a cui la Disney ha continuato a pagare l’assicurazione sanitaria.
“Scelta straziante” – “Per quanto sia straziante intraprendere questa azione, questa è l’unica opzione fattibile”, ha spiegato il presidente del colosso americano nella missiva, che ha aggiunto: “Abbiamo tagliato le spese, sospeso i progetti di capitale, licenziato i membri del cast pur continuando a pagare i benifici e modificato le nostre operazioni per funzionare in modo efficiente per quanto possibile. Tuttavia semplicemente non possiamo mantenere in modo responsabile tutto il personale mentre operiamo con una capacità così limitata”.
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