Anche se non è Obama o il nuovo Kennedy, Biden è meglio di Trump
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Anche se non è Obama o il nuovo Kennedy, Biden è meglio di Trump

Difficile forse un giudizio di sintesi sul dibattito anche se è prevalsa la sensazione di delusione e di inadeguatezza rispetto alle enormi sfide che l’America ha di fronte

Trump e Biden
Trump e Biden
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Nuccio Fava Modifica articolo

1 Ottobre 2020 - 08.22


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Sono stato il solo in famiglia a fare l’alba per seguire il primo confronto televisivo tra il presidente degli Stati Uniti in carica e il suo sfidante democratico.
Difficile forse un giudizio di sintesi anche se è prevalsa la sensazione di delusione e di inadeguatezza rispetto alle enormi sfide che l’America ha di fronte e alle sue responsabilità globali.
Trump ha comiziato come in una delle sue tante e ripetute apparizioni dall’interno e all’esterno della Casa Bianca, mentre Biden è apparso spesso timido e titubante, quasi sempre sulla difensiva.
Per molti versi è mancata la grande politica, le risposte sui grandi temi di una società lacerata e divisa, attraversata dal razzismo e dalla violenza che necessiterebbero proposte di riconciliazione e di superamento di un nazionalismo suprematista miope che frustra il ruolo e la responsabilità degli Usa nel mondo. Si pensi alla grande sfida del clima e della conversione ecologica che imporrebbero l’apertura a collaborazioni e nuove solidarietà con tutti i paesi, specie i più deboli e poveri.
Di questo nel confronto non c’è stata traccia significativa e anche le sacrosante critiche di Biden alla gestione dissennata della pandemia non si sono dimostrate particolarmente efficaci. Anche il riferimento all’ultimo scandalo sul disinvolto comportamento di Trump nei confronti del fisco avrebbe meritato illustrazione e accuse ben più precise, in grado di provocare riflessioni e reazioni profonde nell’opinione pubblica statunitense.
Alla fine mi sono trovato in un qualche imbarazzo chiedendomi cosa il cittadino elettore avrebbe scelto se costretto a valutare sulla base del solo faccia a faccia.
Forse e fortunatamente, la scelta elettorale sarà compiuta non in base a questo primo confronto ma alla luce delle tante bugie, contraddizioni e incongruenze che hanno segnato questi 4 anni di presidenza Trump. Senza essere Obama né un nuovo Kennedy l’attuale leader democratico Biden sarebbe comunque migliore del presidente uscente.
In casa nostra invece c’è un avvio di segnali positivi e di dialogo dall’assemblea della Confindustria. Il suo presidente Bonomi ha abbandonato i toni aspri dei mesi scorsi e riconosciuto l’urgenza e la necessità di un utilizzo rapido ed efficace dei fondi europei che rappresentano una sfida per l’intero paese e a cui gli industriali italiani intendono contribuire. Indispensabile una disponibilità costruttiva al dialogo non solo con il governo ma anche con i sindacati e in un’ottica di superamento di un assistenzialismo e di tentazioni neo-stataliste che ostacolano vera ricchezza e nuovo lavoro. Siamo però solo alla premessa di una nuova stagione che bisognerà sapere fare crescere e accompagnare nell’interesse generale del paese.
Si tratta insomma di sollecitare tutte le energie disponibili a cogliere le nuove opportunità offerte dall’Europa che deve divenire, anche attraverso lo stimolo dell’Italia la dimensione nuova per la costruzione di una nuova economia e di una nuova politica.

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