3 milioni di migranti in tutto il mondo sono bloccati senza la possibilità di poter tornare a casa, per colpa di chiusure e restrizioni: lo ha detto l’agenzia Onu per le migrazioni aggiungendo che alcuni sono “ammassati” in contesti antigienici.
Il rapporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) include solo i migranti che vogliono tornare ma non sono in grado di farlo a causa delle restrizioni del Covid-19, come marittimi bloccati su navi dismesse, minatori o operai edili, quest’ultimi in particolare bloccati nei ricchi Paesi arabi del Golfo.
“Dovrebbe essere chiaro che i migranti possono essere rimpatriati a casa in modo sicuro e dignitoso nonostante i vincoli imposti dal Covid-19”, ha detto il Direttore Generale, António Vitorino in una dichiarazione, sollecitando il dialogo tra i paesi.
Alcuni migranti bloccati sono stati confinati in quartieri sporchi e dove il distanziamento sociale è impossibile, esponendoli a rischio di malattia. Altri affrontano abusi, sfruttamento e abbandono, afferma il rapporto.
La regione peggiore in assoluto è il Medio Oriente e il Nord Africa, che rappresentano 1.275 milioni del totale di 2.75 milioni nel conteggio di OIM.
La seconda è l’Asia con quasi un milione. Il portavoce dell’OIM Paul Dillon ha detto che 648.000 migranti bloccati erano negli Emirati Arabi Uniti e spesso sono operai edili provenienti dall’Africa orientale e dall’Asia, mentre 280.000 sono bloccati in Arabia Saudita.
Altri sono bloccati a bordo di navi da crociera inattive, a cui spesso non viene nemmeno concessa la possibilità di salire in coperta.
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