Tre anni fa moriva Daphne Caruana Galizia, giornalista uccisa dalla mafia di Stato
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Tre anni fa moriva Daphne Caruana Galizia, giornalista uccisa dalla mafia di Stato

A tre anni dalla morte della giornalista, il Parlamento Europeo lancia il premio per il giornalismo a lei intitolato.

Daphne Caruana Galizia
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16 Ottobre 2020 - 10.13


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Tre anni fa, il 16 ottobre del 2017, a Bidnija, a nord dell’isola di Malta, la macchina su cui viaggiava la giornalista Daphne Caruana Galizia veniva fatta saltare in aria con un ordigno esplosivo. La giornalista muore sul colpo e dalla sua morte partiranno una serie di eventi che porteranno alle dimissioni del primo ministro maltese Muscat, nel gennaio del 2019. 
Caruana Galizia era una delle giornaliste più famose di Malta e aveva svolto delle inchieste sulla corruzione e sull’evasione fiscale internazionale dell’isola, in particolar modo quella sui Panama Papers, documenti che hanno rivelato l’esistenza di una rete di società off shore in cui erano coinvolti diversi membri del governo Muscat, e addirittura la moglie del Primo Ministro. 
Muscat aveva inizialmente chiesto le elezioni anticipate, e le aveva anche vinte, nel 2017. Ma nei giorni successivi all’attentato, un team di polizia maltese, Fbi, Europol e una divisione speciale dalla Finlandia arrestarono una decina di persone, tra cui comparivano i fratelli George e Alfred Degiorgio e il loro amico Vincent Muscat (omonimo ma non parente del primo ministro). Erano accusati dell’omicidio della giornalista, ma non fu identificato nessun mandante. 
In seguito alle pressioni locali e internazionali, il Governo di Malta si era ritrovato costretto ad aprire un’indagine interna che aveva portato all’arresto di un uomo, un tassista di nome Melvin Theumaso, accusato di aver fatto da tramite tra il presunto mandante e gli assassini di Caruana Galizia. Theumaso parlò, ed è lì che le cose per il governo cominciarono a mettersi male. 
Il 20 novembre del 2019 viene arrestato Yorgen Fenech, imprenditore maltese gestore di una società elettrica costruita con una concessione statale e capo di 17 Black, una società con sede legale a Dubai che avrebbe dovuto fare pagamenti per oltre 1,5 milione di euro a due società off shore di Panama, di proprietà di due membri del governo: Konrad Mizzi, ministro dell’Energia e poi del Turismo e Keith Schembri, capo dello staff del primo ministro. 
Nel mentre, anche Vincent Muscat si era deciso a parlare, confessando di essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio. La bomba che ha ucciso la giornalista era stata acquistata dalla mafia italiana. 
A tre anni dalla morte della giornalista, il Parlamento Europeo lancia il premio per il giornalismo a lei intitolato. Ad essere premiati i giornalisti che si sono distinti per il rispetto dei valori e dei principi dell’Unione Europea.

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