Mancano due settimane alle elezioni statunitensi ed è andato in scena ieri sera (alle 3 di notte in Italia) l’ultimo ‘duello’ elettorale tra Trump e Biden. Questa volta molto diverso dal primo: Trump non ha cercato di guastare l’incontro, anche perché i microfoni spenti a intermittenza (una soluzione che è stata trovata proprio per impedire al presidente di comportarsi da incivile) non glielo hanno permesso. Il risultato è che Biden risulta vincitore del dibattito per almeno il 53% degli americani.
Trump ha tentato di difendere il proprio operato, ha scaricato tutte le colpe sulla Cina, ha promesso l’arrivo di un vaccino nelle prossime settimane e ha rilanciato la necessità di aprire il Paese perché “non si può stare in cantina come fa Joe”.
“New York è una città fantasma che sta morendo”, ha accusato. Ma l’avversario gli ha rinfacciato il tragico bollettino da primato del coronavirus negli Usa, le sue bugie, la sua mancanza di un piano: “Chiunque sia responsabile di così tanti decessi non può essere presidente degli Stati Uniti”, ha sentenziato. Peccato che a un certo punto Biden abbia guardato l’orologio: un errore commesso da George H.W Bush nel 1992 durante il dibattito con Bill Clinton, considerato un gesto d’impazienza e difficoltà. Trump ha quindi giocato quello che pensava fosse il suo asso nella manica, la sorpresa di ottobre, accusando di corruzione il figlio di Biden, Hunter, per le sue attività in Ucraina e in Cina quando il padre era vicepresidente. E lo ha fatto evocando un personaggio spuntato in queste ore, Tony Bobulinski, che ha confermato di essere stato nel giro di email sugli affari cinesi di Hunter. Ma è stato un boomerang.
Lo sfidante ha ribadito che in Ucraina non c’è stato nulla di poco etico e che in Cina il figlio non ha guadagnato nulla, prima di contrattaccare: “la persona che ha avuto problemi in Ucraina è lui, per aver tentato di corrompere il governo ucraino perché dicesse qualcosa di negativo su di me”, ha risposto, riferendosi all’impeachment. “E l’unico che ha fatto soldi con la Cina è questo tizio, ha aggiunto Biden indicando il rivale. Trump ha rilanciato accusando i Biden di aver preso 3,5 milioni di dollari dalla Russia. Ma Biden si è difeso bene: “Non ho mai preso un penny da un’entità straniera”, ha assicurato, rinfacciando al presidente di avere un conto segreto in Cina, di non pagare le tasse e di non rendere note le dichiarazioni dei redditi.
I duellanti sono apparsi agli antipodi anche sulle questioni razziali: “Sei uno dei presidenti più razzisti della storia moderna” ha accusato Biden, dopo che Trump si era vantato di essere “la persona meno razzista in questa sala” e di aver fatto per gli afro-americani “più di qualsiasi altro presidente da Abramo Lincoln”.
Lo scontro è proseguito sulla separazione dei figli degli immigrati al confine col Messico: “una politica criminale” per Biden, ma Trump gli ha contestato che “le gabbie usate per tenere i clandestini furono costruite da voi nel 2014”. E su questo Biden ha preso le distanze da Obama, di cui invece ha difeso la riforma sanitaria, ribattezzandola ‘Bidencare’ per il suo tentativo di allargarla con un opzione pubblica.
Infine la sicurezza nazionale. Biden ha promesso che, se sarà eletto, Russia, Cina e Iran “pagheranno un prezzo” per le loro interferenze nelle elezioni mentre Trump non ha espresso alcuna condanna. Il presidente ha vantato inoltre di aver instaurato buone relazioni con Kim ma Biden ha paragonato il suo approccio all’acquiescenza con Hitler prima della seconda guerra mondiale.
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