Nessuna prova, nessun dettaglio, solo accuse scritte in maiuscolo su Twitter. Donald Trump, patologicamente incapace di ammettere la sconfitta, continua a blaterare di “ABUSI NEL CONTEGGIO DEI VOTI” come twitta istericamente sul suo profilo. Twitter, dal canto suo, ha apposto al messaggio il solito avviso per avvertire che non c’è alcuna prova alle farneticazioni di Trump.
Il problema sono i trumpiani di ferro, che non vogliono arrendersi all’evidenza. E uno studio ha evidenziato come questo martellamento delirante è efficace, perché convince i fan più fanatici del presidente che effettivamente qualcosa di strano sia accaduto in queste elezioni. Insomma, se ripeti una bugia più e più volte alla fine la trasformerai in verità.
Lo studio, condotto da un ricercatore di scienze politiche della Stanford University insieme a cinque ricercatori di altre università statunitensi, ha misurato l’impatto della retorica elettorale di Trump su circa 2.000 intervistati dei due partiti politici dal 7 ottobre al 24 ottobre. Si è svolto in quattro ondate nelle quali gli intervistati sono stati invitati a visualizzare decine di tweet di Trump sull’integrità elettorale, la politica in generale e altri argomenti, comprese le affermazioni prive di prove.
Agli intervistati in vari momenti sono state poste domande, tra cui se ritenessero che le elezioni fossero truccate, se i candidati alla presidenza dovessero accettare i risultati delle elezioni o se ritenessero che la violenza potesse essere necessaria per garantire un corretto conteggio dei voti. È stato chiesto loro di rispondere, su vasta scala, a domande, inclusa la frequenza con cui pensavano che si verificasse un furto o una manomissione del voto e se sostenessero un Governo militare o un sistema politico democratico. È stato anche chiesto loro di indicare le loro reazioni emotive dopo aver visto i tweet di Trump, che ha più di 88 milioni di follower.
I ricercatori hanno quindi utilizzato modelli statistici per misurare l’effetto dei tweet sulla fiducia nelle elezioni, il sostegno alle norme democratiche o il sostegno alla violenza politica o alla democrazia, ha affermato Katie Clayton, ricercatrice di scienze politiche presso la Stanford University e autrice principale dello studio. Sono stati esaminati i cambiamenti nel tempo confrontando le risposte nelle diverse ondate dello studio.
I tweet a volte hanno ridotto la convinzione tra i sostenitori di Trump circa un trasferimento pacifico del potere, ha affermato Brendan Nyhan, professore di scienze politiche del Dartmouth College e coautore dello studio. In genere non hanno aumentato il sostegno alla violenza politica, invece.
I ricercatori riconoscono i limiti dello studio, dato che gli intervistati non leggono i tweet in tempo reale e non vedono altre informazioni allo stesso tempo e sullo stesso tema, ad esempio. Twitter nelle ultime settimane ha più frequentemente etichettato i tweet di Trump come fuorvianti, limitandone la visibilità.
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